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Matteo Renzi su Open: "Bilancio pubblico, il denaro era evidente"

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Matteo Renzi è intervenuto in Senato per chiarire la questione del finanziamento illecito ai partiti e l'inchiesta sulla Fondazione Open.

Matteo Renzi si è presentato in Senato nella mattinata di giovedì 12 dicembre per chiarire l’inchiesta sulla Fondazione Open. Nel corso della discussione, però, oltre al finanziamento ai partiti sono emersi i temi della divisione del potere, della debolezza della politica e dei leader italiani del passato. “Non si parla di donazioni di denaro nascoste o illecite – ha detto il leader di Italia viva -, ma si parla di contributi regolarmente registrati, bonificati, tracciabili, evidenti e trasparenti“. La fondazione Open, ha spiegato Renzi, “aveva totalmente pubblico il bilancio”. Tuttavia, “questi contributi regolari sono stati trasformati in potenziali contributi irregolari” prosegue Renzi “perché si è cambiata la definizione della fondazione”.

Matteo Renzi sulla fondazione Open

L’intervento di Matteo Renzi in Senato era volto a chiarire l’inchiesta sulla fondazione Open, in particolare la questione del finanziamento illecito. Tuttavia, l’ex premier ha spiegato che tutte le dazioni di denaro alla fondazione sono state “bonificate”, erano “rintracciabili, evidenti e trasparenti”. Quello che ha portato a parlare di finanziamento illecito (in modo improprio secondo il senatore) è stato il cambiamento di definizione di Open. La fondazione, infatti, era diventata un partito.

“Nella mia esperienza personale ho avuto elementi di discussione con l’autorità giudiziaria” ha proseguito il senatore Renzi, parlando del referendum, delle ferie dei magistrati (Renzi aveva proposto la riduzione delle ferie ai magistrati) e dell’attuale inchiesta su Open. “Dico – prosegue ancora il senatore – ai membri togati della Magistratura che non mi risulta sia stato abrogato l’articolo 68 della Costituzione”. Secondo tale norma (primo comma), infatti, “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse”.

Inoltre, nell’inchiesta su Open, ricorda Renzi, c’è stata “una violazione sistematica del segreto d’ufficio sulle vicende personali del sottoscritto”. “Non è uno stato di diritto questo, siamo alla barbarie“, sostiene l’ex premier.

Il riferimento ad Aldo Moro

Nel corso del suo intervento, il senatore Renzi ha citato anche Aldo Moro spiegando che “non è la prima volta che un ex premier affronta questo tema”. “Era accaduto nel 1977 quando Aldo Moro utilizzò parole notevoli nei confronti di altre forze politiche: ‘non ci faremo processare nelle piazze'”.

“Avere rispetto per la magistratura – ha aggiunto il leader di Italia viva – è riconoscere che magistrati hanno perso la vita per il loro impegno. A loro va il massimo rispetto. Ci inchiniamo davanti a queste storie”. Infine, per chiudere il suo discorso Renzi prosegue: “Contestateci per le nostre idee o per il jobs act, ma chi volesse contestarci per via giudiziaria sappia che dalla nostra parte abbiamo il coraggio di dire che diritto e giustizia sono diversi dal giustizialismo“.