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Sanremo 2020, Benigni a Salvini: "Quest'anno si può votare anche al citofono"

benigni salvini

Roberto Benigni, prima del monologo recitato a Sanremo, ha lanciato una frecciatina a Matteo Salvini ricordando la citofonata a Bologna.

Nella terza serata di Sanremo 2020, Roberto Benigni ha recitato un monologo sul Cantico dei Cantici, ma prima della sue esibizione non si è risparmiato una battuta su Salvini. Arrivato all’Ariston, ha sfilato sulla passerella esterna al Teatro per poi essere accolto in studio da Amadeus. Il pubblico in studio ha riservato per lui una standing ovation alla sanremese: accoglienza perfetta per un personaggio importante. La frecciatina a Salvini, però, non è piaciuta a tutti.

Sanremo 2020, Benigni punge Salvini

Nove anni fa, Roberto Benigni era arrivato al Festival in sella a un cavallo bianco: per Sanremo 2020, invece, ha scelto di entrare passando prima dalla passerella esterna. Accompagnato in platea da Amadeus, Benigni è stato accolto con un fragoroso applauso e prima del suo monologo sul Cantico dei Cantici avrebbe lanciato una frecciatina a Salvini. Ricordando di nuovo il caso della citofonata a Bologna, nella quale il leghista avrebbe suonato alla casa di un minorenne chiedendo se spacciasse, si è fatta ironia. “Non solo televoto, giuria demoscopica, giuria sala stampa, giuria dell’orchestra”, ha esordito Benigni. “Quest’anno al festival di Sanremo si può votare anche via citofono…“, ha poi ironizzato. Infine, avrebbe aggiunto: “In via Matteotti c’è uno che canta”.

Prima di cominciare il suo monologo, inoltre, Benigni ha confessato: “Io avrei voluto sempre cantare, provai con L’inno del corpo sciolto ma fu scartato”. “Potrei partecipare a un quiz su Sanremo – ha poi aggiunto -. Li ho visti tutti”.