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Riaperture anticipate, Calabria diffidata dal governo: cosa significa

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Cosa significa che la Calabria è stata diffidata dal governo per le riaperture anticipate?

Da lunedì 4 maggio prenderà il via la fase 2 dell’emergenza coronavirus, quella in cui gradualmente l’Italia ripartirà cercando di imparare a convivere con il virus. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in concerto con le analisi del Comitato tecnico scientifico, ha optato per una riapertura graduale: i primi a riprendere saranno il settore manifatturiero e i cantieri, mentre per bar, ristoranti, parrucchieri e centri estetici ci vorrà il 1 giugno. Una decisione che ha diviso molto e che non è piaciuta ad alcuni governatori delle regioni meno colpite dall’emergenza. Tra queste c’è la Calabria che da settimane registra un numero di casi inferiore alle due cifre e dove, la governatrice di Forza Italia Jole Santelli, ha dichiarato che nel territorio da lei amministrato da giovedì 30 aprile anche i bar e i ristoranti possono riprendere la loro attività nel rispetto delle misure di sicurezza. Riaperture anticipate dunque, in netto contrasto con le direttive nazionali e ben oltre i poteri concessi alla carica ricoperta dalla Santelli, visto che il nuovo dpcm permette ai singoli territori solo di applicare misure più restrittive e non certo di alleggerirle. L’amministrazione calabrese è stata per questo diffidata, ma cosa significa?

Riaperture anticipate: Calabria diffidata

Secco il dissenso da parte del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che già giovedì scorso, 30 aprile, aveva annunciato che il governo avrebbe diffidato la Regione Calabria per l’ordinanza con cui la governatrice ha disposto la riapertura dei bar e ristoranti. “Mi dispiace – aveva detto il ministro Boccia in quell’occasione– ma se non dovesse essere ritirata l’ordinanza sarà impugnata. La fuga inavanti della Calabria non aiuta nessuno e mette a rischio la salute deicalabresi”. Sempre sulla questione calabrese, Boccia ha poi aggiunto nelle ultime ora: “Come Jole Santelli sa, giovedì è partita la lettera, l’invito che si è trasformato in una diffida e le procedure sono partite. Ha ancora tempo per ritirare l’ordinanza. Se non dovesse farlo, sa quello che succede quando parte una lettera che diffida dall’andare avanti rispetto a quell’ordinanza”.

Cosa significa la diffida per la Calabria?

Cosa significa questa diffida? Iniziamo col dire che è il passo che precede l’impugnativa. Si tratta di una lettera con cui si invita il governatore a rimuovere le parti incoerenti dell’ordinanza rispetto al dpcm varato dal premier Conte. Se le modifiche non verranno apportate, il governo potrà a quel punto decidere di ricorrere al Tar o alla Consulta e impugnarla. Un procedimento che prevede tempi lunghi (almeno due settimane), rispetto a un’ordinanza che è già in vigore dalla mezzanotte di giovedì 30 Aprile, nei Comuni che l’hanno accolta senza opporsi. Tra questi, i principali sono Cosenza, Tropea, Villa San Giovanni e Locri.