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Bonus 600 euro: nuovi nomi di amministratori che lo hanno chiesto

Bonus 600 euro

Emergono ulteriori nomi di amministratori che hanno richiesto e beneficiato del bonus da 600 euro in politica.

Emergono nuovi nomi di amministratori che hanno beneficiato del bonus da 600 euro per i professionisti e le partite Ive. Si parla di Roberto Gravina, sindaco M5s di Campobasso, Juri Imeri, sindaco leghista di Treviglio, Moreno Pieroni, assessore regionale delle Marche e Gerardo Murante, presidente del consiglio di Novara di Forza Italia. I due sindaci hanno un’indennità mensile di 3.400 euro al mese, mentre l’assessore e il consigliere guadagnano 9 mila euro al mese.

Scandalo del Bonus da 600 euro

Il sindaco di Campobasso Gravina ha ammesso di aver ricevuto per ben due volte il bonus di 600 euro, giustificandosi dicendo che non vive di politica e che la somma è stata devoluta al Comune. L’uomo ha sottolineato che “l’erogazione da parte della Cassa forense viene riconosciuta a chi ha dimostrato di aver avuto un calo del fatturato“. Il sindaco di Treviglio, Imeri, ha spiegato al Corriere della Sera che è stato il commercialista a chiederli.”Dal 22 febbraio ho vissuto in prima linea l’emergenza Covid, rischiando la salute e rinunciando troppo alla famiglia e molto alla mia professione, penalizzata anche dal fatto di essere strettamente correlata alle attività di aziende e attività commerciali che durante il lockdown sono rimaste chiuse” ha sottolineato.

L’assessore al Turismo Pieroni ha dichiarato di non sapere nulla di quanto accaduto. L’uomo è titolare al 50% di uno studio odontotecnico e ha raccontato di aver ricevuto il bonus senza sapere che era stato chiesto dal suo socio. La somma è stata devoluta alla Caritas di Loreto e Castelfidardo e al Centro turistico giovani di Loreto. “Sarebbe bastato bloccare l’accesso ai contributi ai parlamentari e rappresentanti delle Regioni per evitare tutto questo” ha sottolineato. Murante non ha ancora commentato la notizia. Ci sono anche due assessori della giunta di centro destra, Elisabetta Franzoni e Luca Piantanida, ad aver beneficiato del bonus. “L’aiuto ci è arrivato dalle nostre rispettive casse previdenziali autonome e solo perché rispettavamo tutta una serie di paletti ben precisi. Nessun soldo pubblico, dunque” hanno spiegato.