Dopo le nuove accuse da parte di Mattia Santori, Salvini torna nel mirino dei suoi avversari politici. È polemica per il post pubblicato da Fabio Tumminello, candidato del Pd. Nella foto, infatti, si legge: “Salvini appeso”. Il partito ha specificato che si trattava di una frase ironica, ma ha provveduto a prendere le distanze dal loro candidato.
Fabio Tumminello del Pd: polemica
Polemiche a Venaria, Comune della città metropolitana di Torino, per la foto pubblicata da un candidato del Pd sul suo profilo Instagram. Nell’immagine si vede una scritta su un muro e si legge “Salvini appeso”.
Non si è fatto attendere il commento del Pd. “Come specificato dallo stesso candidato, il post voleva essere ironico, ma l’iniziale ironia si è invece trasformata in un’infelice battuta che non rispecchia i valori del nostro partito“, è la replica scritta sul profilo della sezione dem di Venaria. “Il Partito Democratico, infatti, da sempre propone di “abbassare i toni” e mantenere livello di dibattito politico civile e positivo, per il bene della nostra città e dei suoi cittadini”, tengono a sottolineare i colleghi di Tumminello.
Non sono mancate le scuse indirizzate a Matteo Salvini: “Chiediamo scusa, anche a nome del nostro candidato, a chiunque si sia sentito offeso da questa esternazione e siamo altresì certi della sua buona fede, conoscendone sì l’esuberanza, ma anche il carattere mite e assolutamente non violento“. Si è trattato di un errore che per i colleghi è stato “dettato dalla giovane età da lui pienamente riconosciuto e per il quale si è già dichiarato dispiaciuto, provvedendo a rimuovere prontamente il post dai social”.
La replica della Lega
Nonostante sia stato tempestivamente rimosso, il post incriminato ha fatto il giro del web e ha suscitato un certo scalpore tra i leghisti.
Tra i primi ad aver commentato la notizia c’è Matteo Salvini, il quale sui suoi social ha scritto: “Un candidato del PD che pubblica una foto con la scritta “Salvini appeso”. Mah… Noi portiamo nelle piazze d’Italia idee e proposte sulla scuola, sul lavoro, sui giovani, sulla sanità, sull’abbattimento delle barriere architettoniche e sul sostegno a famiglie, imprenditori, artigiani e agricoltori. Altri preferiscono gli insulti, i lanci di sedie, bottiglie o pomodori, le minacce o lo strappo di camicie e Rosari. Alla rabbia e alla paura rispondiamo con sorriso e col lavoro. Avanti, con gioia, per il bene di tutti gli italiani”.
Sulla questione è intervenuto anche Andrea Cerutti, vicepresidente del gruppo Lega in Consiglio regionale e segretario del partito nella sezione cittadina. “Il Partito Democratico, a Venaria, candida individui che offendono e incitano alla violenza. Questo genere di azioni nulla a che vedere con il confronto politico. Siamo certi che i venariesi non vogliano essere rappresentati da personaggi così, capaci solo di fomentare l’odio e cavalcare l’ignoranza perché senza idee proprie”, ha commentato.