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Nuovo piano migranti, cosa cambia con obbligo solidarietà tra paesi Ue

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Obbligo di ricollocamento, solidarietà tra paesi e rimpatri più rapidi: cosa cambia con il nuovo piano per i migranti presentato dall'Unione Europea.

È un netto cambiamento degli equilibri geopolitici quello che si prospetta con il nuovo piano europeo per i migranti presentato nella giornata del 23 settembre dall’Unione Europea per mano della commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson. Nell’ambito di un superamento degli accordi di Dublino risalenti al 1997 l’Ue ha infatti deciso di approntare il cosiddetto Patto per asilo e migrazione, che consentirà a tutti i paesi membri di agire finalmente in sinergia tra di loro per affrontare il nodo della gestione dei migranti arrivano in territorio europeo.

Nuovo piano migranti: cosa cambia

Secondo quanto affermato dalla commissaria Johansson nel corso della presentazione del nuovo piano, la proposta dell’Ue si pone l’obiettivo di costruire una politica migratoria di respiro europeo che sappia coniugare sul lungo periodo i valori comunitari nell’ottica di una migliore gestione dell’accoglienza: “Ciò significherà procedure di frontiera più veloci in modo che le persone non debbano aspettare nel limbo. Significa una cooperazione rafforzata con i paesi terzi per rimpatri rapidi, percorsi più legali e azioni decise per combattere i trafficanti di esseri umani. Fondamentalmente protegge il diritto di chiedere asilo”.

Tra le principali novità del Patto per asilo e migrazione anche il meccanismo di solidarietà obbligatoria, che punta ad alleggerire le responsabilità per i paesi di primo ingresso dei migranti: “Se un Paese ritiene di essere sotto pressione – e questo può significare sia che i flussi sono troppo forti per essere gestiti, oppure che c’è una combinazione di fattori, come ad esempio un terremoto, o la pandemia – può chiedere l’attivazione del meccanismo di solidarietà obbligatoria. Sarà poi la Commissione europea a valutare la sua entrata in funzione”.

Il nodo dei paesi di primo ingresso

Attualmente infatti la responsabilità sul migrante entrato illegalmente in Europa ricade quasi esclusivamente sui paesi di primo ingresso, anche se presenta diverse scappatoie giuridiche che consentono al migrante di fuggirvi per poter chiedere asilo in un altro stato europeo di sua scelta. Come spiega sempre la Johansson, con il nuovo regolamento verrà invece facilitata una maggiore ridistribuzione dei migranti in tutti i paesi dell’Unione: “Se il migrante ha già un parente nell’Ue, il Paese in cui risiede il congiunto sarà responsabile anche per il nuovo arrivato. Se il migrante in precedenza ha lavorato o studiato in uno Stato diverso dal primo ingresso, quel Paese sarà responsabile”.

Il commento della Von Der Leyen

A commentare il nuovo piano europeo anche la commissaria Ursula Von Der Leyen, che ha sottolineato l’importanza della proposta al fine di ricompattare la fiducia sia tra gli stati membri che dei cittadini verso le istituzioni Ue: “L’Ue ha già dato prova in altri settori della sua capacità di fare passi straordinari per conciliare prospettive divergenti. Ora è tempo di alzare la sfida per gestire la migrazione in modo congiunto, col giusto equilibrio tra solidarietà e responsabilità”.