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Contagi a scuola, Azzolina: "Positivi 2.348 studenti e 402 professori"

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Aumentano i contagi nelle scuole e i numeri riportati dalla Azzolina lo confermano. "Scuola sicura ma i casi ci saranno", avverte il ministro.

All’aumento dei contagi a scuola, il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha risposto con tono deciso: le regole non si cambiano. Mentre in Italia la curva epidemiologica affronta un netto rialzo, anche le scuole devono fare i conti con la crescita del numero di positivi. A tal proposito, la Azzolina ha dichiarato che dall’inizio dell’anno scolastico fino al 3 ottobre si contano “2.348 studenti e 402 professori contagiati”. A loro si aggiungono 144 operatori ata e personale non docente. Per il ministro la “scuola è sicura, ma i casi ci saranno”.

Contagi a scuola, le parole della Azzolina

“I casi di positività al virus ci sono e ci saranno, è inevitabile. Ma le misure che abbiamo introdotto ci permettono di individuarli tempestivamente, compresi i casi asintomatici che altrimenti potrebbero sfuggire al controllo”, ha tenuto a sottolineare il ministro Azzolina. Nonostante stiano aumentando le preoccupazioni tra docenti e genitori, in pochi preferiscono optare per la didattica a distanza, già sperimentata (con non poche problematiche) la scorsa primavera, nel pieno dell’emergenza coronavirus. La socialità e la presenza, infatti, sono due fattori importanti nell’ambito accademico, utili per l’apprendimento e la crescita personale dell’alunno. Almeno per il momento quindi, da parte delle istituzioni non si pensa alla chiusura delle scuole. Per questo motivo, resta fondamentale la responsabilità e il senso civico di ciascuno.

“La didattica integrata deve restare una opzione estrema. Non possiamo trasformarla nell’ordinarietà”, ha sottolineato il leader della Flc Cgil, Francesco Sinopoli. Alle sue parole fanno eco quelle di Walter Ricciardi, per il quale “la chiusura della scuola è assolutamente da scongiurare”. Il collega Ranieri Guerra, dell’Oms, ha spiegato che per la diffusione del virus preoccupano soprattutto i trasporti pubblici e la movida, meno la scuola. Quest’ultima “sta rispondendo in maniera forte, ma è importante mantenere tutta la filiera fino a casa, ha avvertito anche Silvio Brusaferro dell’Iss. Intanto la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ribadisce: Le scuole resteranno aperte, com’è giusto che sia”.

Le situazioni di difficoltà delle scuole sono in crescita sensibile. Sono giornate piene di richieste preoccupate da parte del personale, delle famiglie in una confusione di messaggi contraddittori che aumentano i sospetti”. A dirlo è Pino Turi che guida la Uil Scuola e che chiede al ministero dell’Istruzione di fornire, regolarmente i numeri del monitoraggio, offrendo così in tempo reale i dati dei contagi nelle scuole. Con l’aumento dei casi, crescono le preoccupazioni dei dirigenti scolastici: in molti, infatti, temono che eventuali responsabilità possano ricadere su di loro. Il sindacato Udir, inoltre, si dice pronto allo sciopero: “I contagi tra i giovani stanno salendo e la situazione all’interno degli Istituti rischia di diventare ingestibile. Il Governo deve intervenire con una norma chiara nella prossima legge di bilancio entro fine mese”. Così ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente del sindacato. Anche Paola Serafin, a capo dei dirigenti scolastici della Cisl, spiega che i presidi auspicano lo scudo penale per tutelarsi con maggior tranquillità di fronte all’aumento dei positivi nei propri istituti scolastici. Eppure, secondo la Serafin, è evidente che “non c’è stata la volontà politica di approvarlo”.

Roberta Fanfarillo, dirigente sindacale a capo dei dirigenti scuola della Cgil, ha commentato: “Il dirigente che mette in pratica le indicazioni del Cts e dell’Iss rispetto alla predisposizione delle misure di prevenzione e alla gestione dei contagi, può ritenere di aver assolto a tutte le sue responsabilità relative al contagio”. Per lei, la priorità dei presidi consiste in “un maggior coordinamento con i Dipartimenti di prevenzione delle Asl. Spesso si scaricano sulle scuole e sui dirigenti scolastici adempimenti che l’Iss assegna invece alle Asl”.