> > Governo, Speranza sarebbe rimasto solo ed isolato

Governo, Speranza sarebbe rimasto solo ed isolato

governo Speranza rimasto solo

Il ministro Speranza è rimasto solo nel governo, depotenziato dai nuovi tecnici.

Il governo delle larghe intese di Mario Draghi ha messo la propria firma sulla gestione dell’emergenza andando a sostituire tutte le figure al vertice della struttura che fin qui aveva gestito la pandemia. Non c’è più il commissario straordinario Domenico Arcuri, sostituito con il generale Figliuolo, non c’è più Angelo Borrelli a capo della Protezione Civile, al suo posto Fabrizio Curcio e, soprattutto, non c’è più Giuseppe Conte. È in questo clima che deve muoversi il confermato ministro della Salute Roberto Speranza che, secondo quanto riportato da Il Giornale, sarebbe rimasto solo all’interno del governo e avrebbe visto notevolmente ridotto il proprio campo d’azione, “commissariato dai tecnici scelti dal nuovo presidente del Consiglio”.

Governo, Speranza è rimasto solo

Speranza sarebbe dunque isolato nella maggioranza, sia perchè il suo peso in Parlamento non è così ampio, sia perchè molti – specie nella vecchia opposizione – non apprezzano il suo modo rigorista di gestire l’emergenza. Anche le parole del suo consigliere personale, il professor Ricciardi, che avevano evocato un lockdown non erano affatto piaciute alla Lega che era passata all’attacco dell’alleato di governo. L’unica arma che resta al titolare del dicastero della Salute è il Comitato tecnico scientifico: se anche questo dovesse essere ridimensionato o modificato al suo interno, Speranza verrebbe definitivamente depotenziato.

Sempre secondo Il Giornale, il ministro sarebbe anche consapevole di avere delle profonde difficoltà a tornare in Parlamento qualora si tornasse alle urne prossimamente. Liberi e Uguali, il suo partito, si è scisso con Sinistra italiana e potrebbe dunque avere grossi problemi a superare lo sbarramento per accedere alle Camere. Inoltre, con Conte a capo del M5s, il ministro della Salute perde anche l’opportunità di aderire ad un nuovo ipotetico partito dell’ex premier, così come si era pensato fino a qualche settimana fa.