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Pressioni M5S su Tria:"Reddito di cittadinanza o dimissioni"

Reddito di cittadinanza, scontro Movimento-Tria

Il Movimento chiede 10 miliardi da gennaio per centri per l'impiego e pensioni di cittadinanza, e altri 5-6 miliardi da maggio per il reddito.

Resta alta la tensione tra il Movimento Cinque Stelle e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Con l’avvicinarsi delle scadenze per il varo della legge di bilancio, i pentastellati aumentano la pressione sul Mef per assicurarsi la realizzazione delle promesse fatte in campagna elettorale, prima fra tutte il reddito di cittadinanza. Secondo quanto riportato dall’Ansa, diverse fonti qualificate del Movimento hanno fatto sapere che chiederanno le dimissioni del ministro se non farà patire il reddito entro maggio 2019.

M5S: sì al reddito di cittadinanza

La proposta del Movimento per la legge di bilancio è ambiziosa. Prevede una spesa di 10 miliardi a partire da gennaio, per la realizzazione di centri per l’impiego e per la pensione di cittadinanza. Da maggio, altri 5-6 miliardi (per il solo 2019) dovranno essere destinati al reddito di cittadinanza. “Girano tante voci riguardo l’assenza di coperture finanziarie, ma noi dimostreremo che volere è potere e manterremo le promesse che abbiamo fatto agli italiani. Lo facciamo. Assicurandoci di tenere i conti in ordine, ma lo facciamo“, scrive Di Maio su Facebook.

Il post di Luigi Di Maio

Un piano che si scontra con gli accordi presi da Tria in Europa, che prevedono di mantenere il deficit all’1.6%, ovvero una spesa totale di 10 miliardi per la manovra del governo.

La determinazione del Movimento nel difendere il reddito contrappone il partito di Di Maio alla Lega di Salvini, che sta invece dimostrando freddezza sull’argomento. Al contrario, il Carroccio ha dimostrato il proprio sostegno al ministro dell’Economia attraverso la visita del viceministro Massimo Garavaglia, che si è recato personalmente in via XX Settembre. È diffusa tra le fila del Movimento l’ipotesi che la Lega stia cercando di porre un freno al reddito di cittadinanza per screditare il M5S agli occhi dell’elettorato, in vista delle prossime europee.

Tria: “Pronto a fare un passo indietro”

Se lo scontro con il Movimento continuerà, è disposto a farsi da parte. Questo, secondo fonti parlamentari non confermate, è quanto avrebbe detto Tria al telefono con Giuseppe Conte. Il premier lo avrebbe tranquillizzato, assicurandogli di godere della massima fiducia del governo.

Nel frattempo, la tensione interna a Palazzo Chigi preoccupa i mercati internazionali. Lo spread è tornato a salire, raggiungendo quota 254 punti.