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Di Maio: "Sì reddito di cittadinanza o problema al governo"

Di Maio sul reddito di cittadinanza

Frena il ministro Tria: la priorità è ridurre il debito e rivedere le tax expenditures, seguendo una linea politica coerente.

I tempi stringono: manca meno di un mese al varo della legge di bilancio e sono ancora molti i punti da discutere. Per il Movimento Cinque Stelle è arrivato il momento di alzare la voce e difendere il proprio programma elettorale. Il vicepremier Luigi Di Maio, ospite alla trasmissione televisiva Carta Bianca, ha dichiarato che “il reddito di cittadinanza deve entrare nella legge di bilancio, o c’è un grave problema con questo governo. Noi lo facciamo, agli italiani abbiamo fatto una promessa”.

Tria: rivedere le tax expenditures

Più cauto il ministro dell’Economia Giovanni Tria: nel varo della manovra fiscale, Palazzo Chigi deve pensare non solo all’immediato ma all’intera durata della legislatura. Il ministro si è detto “molto favorevole a partire” con i cambiamenti, ma i conti devono tornare e la prima preoccupazione non può che essere la riduzione del debito. Prima di parlare di flat tax, è necessario rivedere le troppe e complesse tax expenditures.

Tria riconosce la necessità di “trovare gli spazi per la partenza di un primo accorpamento e di una prima riduzione delle aliquote” per lo sgravo della pressione fiscale sui ceti medi, ma “sempre valutando le compatibilità di bilancio“. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, è possibile trovare le risorse necessarie dal Rei “aggiungendo qualcosa in più”. Nulla di tutto ciò sarà però possibile senza una strategia politica coerente, “anche se partita da una campagna elettorale non del tutto coerente“, puntualizza il ministro.

Dual tax e quota 100

Il viceministro Massimo Gravaglia, esponente della Lega, ha avanzato la proposta di una dual tax Ires, che scenderà dal 24 al 15% sugli utili reinvestiti in azienda.

Sulle pensioni, il Viminale parla di una “quota 41 e mezzo” in cui il paletto per l’età pensionabile sarebbe posto a 62 anni e non più a 64.