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Qatargate, il Marocco sarebbe stato al centro dell'"affaire"

Cozzolino

Qatargate: il nucleo reale dell'inchiesta sarebbe il Marocco. Questo almeno si comprenderebbe dai documenti dei servizi segreti belgi.

Nel corso di queste settimane è stato chiamato Qatargate ma forse la fonte da cui è nato tale scandalo non è l’Emirato in questione. Dalle carte degli inquirenti spunta il nome del Marocco che, tramite i suoi servizi segreti, sarebbe riuscito a infiltrarsi illecitamente negli affari del Parlamento europe, in modo molto più profondo di quanto si possa immaginare. Le figure coinvolte nell'”affaire” non sarebbero solamente quelle di Francesco Giorgi e Antonio Panzeri. Ci sarebbero altri nomi implicati nella vicenda, tra cui quello di Andrea Cozzolino. Sarebbero state utilizzate tangenti per risollevare l’immagine del Qatar, ma l’interferenza del Marocco pare essere stata molto più decisiva.

Qatargate, il “gruppo di amici” del Marocco

Quello che emerge dalla certa dei magistrati belgi, sarebbe una vera e propria rete di persone; ognuna con un proprio compito ricompensato con denaro. Se da una parte sono menzionati i soliti Cozzolino, Giorgi e Panzeri, dall’altra ci sarebbero molte altre persone, “un gruppo di amici”, che avrebbero avuto un ruolo nella vicenda. Tra i nomi emersi troviamo Eva Kaili (ex vicepresidente del parlamento europeo e compagna di Giorgi), Maria Arena (eurodeputata) e Giuseppe Meroni (ex assistente parlamentare di Arena e Panzeri).

Mansouri Yassine: un personaggio chiave?

Secondo gli inquirenti un contatto diretto con Cozzolino in Marocco sarebbe stato Mansouri Yassine. A darci qualche informazione su di lui è FanPage: si tratta di un magnate marocchino che servirebbe il servizio di intelligence del suo stato, la DGED (Direzione generale degli studi e della documentazione). A fare da intermediari tra Marocco e Parlamento europeo ci sarebbero stati invece un membro della DGED, Belharache Mohamed, e l’ambasciatore marocchino in Polonia, Atmoun Abderrahim.