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Quarta dose di vaccino anti-Covid: il parere di Crisanti, Pregliasco, Bassetti e Minetti

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Con la Variante Omicron, Israele ha deciso di inaugurare la somministrazione di una quarta dose di vaccino anti-Covid. Il parere degli esperti italiani.

In considerazione della rapida diffusione della variante Omicron del coronavirus in Europa e nel resto del mondo, la comunità sta ipotizzando di procedere alla somministrazione di una quarta dose di vaccino. Una simile iniziativa, del resto, è stata già annunciata da Israele che a breve comincerà a fornire la quarta dose agli over 60, ai fragili e al personale medico.

A questo proposito, sono intervenuti alcuni dei principali esperti italiani che hanno espresso la propria opinione in merito all’inoculazione di un’ulteriore dose booster.

Quarta dose di vaccino anti-Covid: l’iniziativa annunciata da Israele

La pandemia continua a diffondersi in contesto internazionale e, con l’arrivo della variante Omicron, i contagi stanno aumentando, evidenziando anche un elevato tasso in infezione tra i cittadini vaccinati.

In questo contesto, si sta pensando di procedere con la somministrazione di una quarta dose di vaccino. Tra i primi Paesi che hanno annunciato di voler procedere con la distribuzione di un’ulteriore dose booster, c’è Israele che, a breve, comincerà a somministrare la quarta dose agli over 60, ai fragili e al personale medico.

La linea adottata da Israele è stata condivisa dalla Germania che, pure, si appresta a varare una “aggressiva campagna di ‘booster’ contro Omicron”.

In Italia, invece, pare che l’ipotesi della quarta dose divida gli esperti che, interrogati dall’AdnKronos Salute, risultano essere particolarmente in contrasto tra loro.

Quarta dose di vaccino anti-Covid, Crisanti: “Situazione preoccupante”

Secondo il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova Andrea Crisanti, la decisione di Israele di inoculare la quarta dose di vaccino anti-Covid agli over 60 e al personale medico “è preoccupante”.

Per il medico, infatti, apprendere che il Paese – uno dei primi in contesto internazionale ad aver avviato la campagna vaccinale per i booster – abbia bisogno di somministrare una quarta dose di siero rappresenta un pessimo segnale per quanto riguarda l’andamento della pandemia e la speranza di ottenere una protezione efficacie dal virus con la terza dose.

Pertanto, Andrea Crisanti ha riferito: “Del resto, io l’ho visto con i miei occhi: ho colleghi che hanno fatto la terza dose un mese fa e si sono infettati. E non è la variante Omicron. Non c’entra. Qui è tutta Delta”.

L’esperto ha anche commentato alcuni degli argomenti affrontati nella giornata di mercoledì 22 dicembre dal premier Mario Draghi – Green Pass, mascherine FFP2 e tamponi –, osservando: “Domani non valuteremo il prolungamento delle vacanze scolastiche nella cabina di regia. Fanno male, avrebbero dovuto. Allungare la chiusura delle scuole avrebbe permesso di guadagnare un po’ di tempo, perché determinate azioni devono essere programmate. Il problema è che il prolungamento delle vacanze scolastiche diventerebbe l’ammissione di una sconfitta e quindi purtroppo la politica prevale sul buonsenso e sull’umiltà – e ha sottolineato –. Anche una sola settimana in più di vacanza avrebbe avuto un impatto sulla situazione Covid. Ma avrebbe anche significato che tutto quello che è stato fatto per la scuola, come d’altronde l’evidenza dimostra, non è servito a niente. A livello epidemiologico senz’altro avrebbe avuto un senso perché si abbassano i contagi”.

Infine, Crisanti ha ribadito la sua approvazione per l’agenda schematizzata dal Presidente Draghi in materia di Covid, rispetto all’utilizzo delle mascherine FFP2 in determinati contesti, ai tamponi e alla discussione che riguarderà la durata del Green Pass, affermando: “Non posso che essere soddisfatto del fatto che cose di buonsenso che dico ormai da mesi siano arrivate a un livello decisionale. Sul lockdown solo per i non i vaccinati, non si può fare. Del resto, è una cosa anticostituzionale con non sta né in cielo né in terra”.

Quarta dose di vaccino anti-Covid, Pregliasco: “Non credo sia necessaria”

Sul medesimo tema, il docente della Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, ha affermato: “Se sia necessaria la quarta dose di vaccino anti-Covid? Per ora direi di no. L’ok per anziani e fragili è il destino di questa vaccinazione, che transiterà in uno schema, un piano vaccinale, come quello dell’influenza”.

Quarta dose di vaccino anti-Covid, Bassetti: “Ci sono differenze tra un vaccinato positivo e per uno non immunizzato”

Quarta dose di vaccino anti-Covid, Bassetti: “Se sarà necessario fare il vaccino ogni 6 mesi, lo faremo”

Il direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Marino di Genova, Matteo Bassetti, invece, ha dichiarato: “Se Israele ha preso questa decisione c’è una strategia ragionata, ma vediamo. Per ora sono quarte dosi solo per una specifica fascia di popolazione. Io personalmente, se sarà che ci dovremo vaccinarci ogni 6 mesi, non ci trovo nulla di male se questo ci permette di vivere più tranquillamente come accade oggi – e ha aggiunto –. Israele è un laboratorio a cielo aperto, partiranno con le quarte dosi dopo che a luglio erano iniziate le terze dosi e si inizierà con gli over 60 e gli operatori sanitari. Ma lo faranno da gennaio, quindi a 6 mesi. Oggi in reparto si vede che la prognosi Covid per un vaccinato positivo e per uno non immunizzato è molto diversa. Tutto deve esser governato dall’esperienza e dai dati scientifici che, se diranno che il richiamo va fatto ogni 6 mesi, lo faremo. La medicina cambia, non rimane immutabile nel tempo, è in continua evoluzione. Solo gli ignoranti si stupiscono di questo”.

Quarta dose di vaccino anti-Covid, Mauro Minelli: “Siamo esposti a un preoccupante aumento dei contagi”

Infine, all’AdnKronos Salute, ha rilasciato alcune considerazioni sulla somministrazione della quarta dose di vaccino anche Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata.

Nel commentare la decisione di Israele, l’immunologo ha affermato: “Certo, soprattutto con la variante Omicron, siamo tutti esposti a un preoccupante aumento dei contagi, ma quel che appare evidente è che l’Italia tutto sommato stia raccogliendo i frutti di scelte ponderate che poggiano essenzialmente sul comportamento composto e responsabile degli italiani nell’adeguarsi alle misure anti-Covid e sulla serietà e tempestività con cui è stata condotta la campagna vaccinale – e ha sottolineato –. Proviamo noi a ragionare sull’opportunità di un’eventuale dose aggiuntiva, sulla sua tempistica, addirittura sulla sua composizione, visto che finora ci siamo fatti onore attivando processi di protezione collettiva che altri Paesi stanno imitando”.

Infine, Mauro Minelli ha concluso, asserendo: “Vedremo nel prossimo futuro come regolarci sulla necessità di un nuovo richiamo. Al momento quel che possiamo dire sulla base degli unici dati certi che abbiamo è che in Sudafrica si registrano con la variante Omicron forme cliniche mediamente più lievi di quelle osservate nelle ondate precedenti. Questo accade perché il virus si è ‘indebolito’ come qualcuno dice? O, magari, perché il virus variato, che magari non è granché differente da chi lo ha preceduto, sta incontrando un buon livello di difese immunitarie nelle persone che in Sudafrica hanno già subito il contagio o magari si sono vaccinate e che, pur non riuscendo a cavarsela dal contagio, riescono comunque a bloccare la malattia prima che vada avanti?”.