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Quarta dose, Oms: “Servono nuovi vaccini”. Stop dell’Ema: “Richiami a brevi intervalli solo in emergenza”

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In relazione al dilagare della variante Omicron, gli esperti dell’Oms e dell’Ema si sono espressi sulla necessità di inoculare una quarta dose di vaccino.

Gli esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sono intervenuti in materia di pandemia, asserendo che urge la realizzazione di nuovi vaccini per contrastare la diffusione della variante Omicron del coronavirus.

Covid e ipotesi quarta dose, Oms: “Servono nuovi vaccini contro la variante Omicron”

Nella giornata di martedì 11 gennaio, il presidente dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Hans Kluge, è intervenuto – insieme ad altre personalità di spicco afferenti all’istituto specializzato dell’ONU – in occasione della prima conferenza stampa del 2022, incentrata sul dilagare della pandemia in Europa.

In relazione alla pandemia Covid, gli esperti dell’Oms hanno segnalato l’importanza di realizzare nuovi vaccini adatti non solo a impedire il decesso o l’insorgere della malattia grave nei positivi ma capaci anche di prevenire le infezioni e la trasmissione del virus e delle sue varianti.

A questo proposito, gli esperti dell’Oms hanno dichiarato: “Sono necessari e andrebbero sviluppati vaccini contro il Covid-19 che abbiano un impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione, oltre che sulla prevenzione di malattie severe e morte”.

Quarta dose, Oms: “Entro due mesi, Omicron contagerà il 50% della popolazione europea”

Le dichiarazioni degli esperti, quindi, sembrano suggerire che la ricezione della terza dose di vaccino anti-Covid non sarà sufficiente per contrastare e sconfiggere la diffusione del virus.

Il Gruppo tecnico dell’Oms, infatti, ha precisato: “Fino a quando tali vaccini non saranno disponibili e di pari passo all’evolversi del virus, potrebbe essere necessario aggiornare la composizione degli attuali vaccini contro Covid-19, per garantire i livelli di protezione raccomandati dall’Oms anche contro le varianti di preoccupazione, compresa Omicron e altre che potrebbero arrivare in futuro”.

L’Oms, poi, ha anche rivelato che, nel caso in cui la variante Omicron dovesse continuare a circolare con la velocità sinora mostrata, entro due mesi sarà infettata dal SARS-CoV-2 almeno la metà della popolazione europea complessiva.

Nello specifico, il presidente dell’Oms, Hans Kluge, ha dichiarato: “A questo ritmo, l’Institute for Health Metrics and Evaluation prevede che oltre il 50% della popolazione della regione sarà infettata da Omicron entro le prossime 6-8 settimane”.

Ipotesi quarta dose, il monito dell’Ema: “Richiami a brevi intervalli solo in emergenza”

In considerazione di un simile scenario, secondo il capo della strategia vaccinale dell’EMA, Marco Cavaleri, appare sempre più dinamico presso le comunità scientifiche il dibattito sulla possibilità e sull’opportunità di inoculare una seconda dose booster, facendo ricorso ai medesimi vaccini attualmente presenti sul mercato. Anche se, come specifica Cavaleri, “non sono ancora stati generati dati a sostegno di questo approccio”.

Il capo della strategia vaccinale dell’EMA, infatti, ha ammesso che, nonostante la creazione di un vaccino anti-Covid specifico per la variante Omicron sarebbe un “candidato naturale” e otterrebbe approvazione in Europa, “altre opzioni, come un vaccino polivalente, non possono essere escluse come potenziali alternative: le discussioni con le case produttrici sono in corso nel caso ci sia la necessità di un cambiamento simile”.

Il ricorso alla quarta dose di vaccino, quindi, è stato descritto da Cavaleri nei seguenti termini: “Potrebbe essere considerato parte di un piano di emergenza, ma vaccinazioni ripetute a brevi intervalli non rappresenterebbero una strategia sostenibile a lungo termine”.

Infine, durante un briefing in videoconferenza con la stampa in collegamento da Amsterdam, Marco Cavaleri ha ribadito:”Servono ulteriori dati per decidere se un vaccino adattato, con una composizione diversa, è giustificato. Vanno tenuti presenti molti elementi, sapendo che per il momento in cui un qualsiasi vaccino adattato a Omicron sarà sviluppato, è possibile che il quadro epidemiologico nell’UE abbia subito una significativa evoluzione, per quanto riguarda le varianti in circolazione e l’esposizione a Omicron”.