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Quasi strozzata dal paziente, la dottoressa: "Cambierò mestiere"

La dottoressa Andriani mostra i segni sul collo

L'attacco il 7 gennaio all'esterno di un ambulatorio di Guardia Medica di Udine, quasi strozzata dal paziente, la dottoressa: "Cambierò mestiere"

Dottoressa quasi strozzata dal paziente, la sanitaria è drastica e demotivata: “Cambierò mestiere”. I media spiegano che Adelaide Andriani sta pensando seriamente di abbandonare la professione dopo un’aggressione brutale per la quale era stata quasi strozzata nell’ambulatorio di guardia medica in cui era in servizio. La giovane dottoressa ha raccontato quel dramma vissuto nell’esercizio della professione lo scorso 7 gennaio all’esterno di un ambulatorio di Guardia Medica di Udine

Strozzata dal paziente: “Cambierò mestiere”

Ha detto la donna al Corsera: “Da tempo meditavo sulla scelta di iniziare una nuova facoltà e cambiare professione, dopo questo fatto so che sicuramente sarà la scelta giusta e la intraprenderò appena possibile”. Andriani ha 28 anni, è una brillante professionista che presta lavoro e messione in un contesto che pare brillare solo per violenza. Alessandra è specializzata in Chirurgia generale e sull’aggressione ha detto: “Mi ha messo le mani al collo e per qualche istante non sono riuscita a respirare, sentivo che l’aria non passava. Ho pensato: adesso muoio soffocata”.

Il provvidenziale aiuto della collega

Una collega, la dottoressa Giada Aveni, aveva fronteggiato l’invasato: “Ho sentito Adelaide che boccheggiava e gli ho dato uno strattone; gli ho tolto fisicamente le mani dal collo e ho fatto anche fatica perché stringeva parecchio. Quell’uomo ha cercato di tirare un calcio anche a me senza riuscirci”. E la dottoressa Aveni ha pubblicato il video con i segni dell’aggressione sulla collega: “Non è possibile che un medico nell’esercizio delle proprie funzioni venga aggredito per aver invitato un paziente, dopo avergli prestato le cure ritenute opportune, a recarsi in pronto soccorso nel suo interesse; non è ammissibile rischiare la propria vita sul posto di lavoro perché non si è abbastanza tutelati, perché spesso il medico di continuità assistenziale viene considerato un medico di serie B”.