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Ragazzi bloccati nella grotta: l'allenatore si scusa

grotta thailandia

I giovani calciatori imprigionati nella grotta thailandese hanno scritto lettere per rassicurare i loro genitori; l'allenatore ha chiesto scusa.

Prosegue da due settimane e non sembra aver fine l’incubo vissuto da dodici ragazzini intrappolati nelle profondità della grotta Tham Luang insieme al loro giovane allenatore. I dodici, di età compresa tra 11 e 16 anni, devono fare i conti con i problemi che insorgono ora dopo ora, a cominciare dalla drastica riduzione della quantità di ossigeno presente nella grotta thailandese, passato dal 22 al 15%, una soglia ancora critica ma comunque molto rischiosa per la salute, tanto più di bambini già molto provati dalla lunga permanenza nelle viscere della terra. Oltre al pericolo dell’acqua, i cui livelli si alzano all’improvviso e che potrebbero drasticamente aumentare con l’arrivo dei monsoni. E mentre a 4 chilometri di distanza in migliaia sono al lavoro 24 ore su 24 nel tentativo di trovare un modo per estrarli tutti vivi, nella buia grotta i giovani calciatori, aiutati da volontari e dagli uomini dei Navy Seals, cercano di mantenere alto l’umore ora che i soccorritori li hanno raggiunti portando loro, dopo due settimane trascorse mangiando pochissimo e quasi esclusivamente bevendo acqua, viveri e soprattutto bombole di ossigeno.

In posa un tubo per rifornirli di ossigeno

Gli ultimi aggiornamenti dai campi base allestiti dentro e fuori le grotte che separano i ragazzini dalla libertà nono sono però positivi: un cunicolo distante circa 200 metri dal punto nel quale si trovano poteva rappresentare la salvezza ma i soccorritori hanno dovuto rinunciare a questa possibilità, dopo aver appurato che non sarebbero riusciti ad arrivare nella grotta passando da quella via poichè non è stato possibile trivellare il terreno. Si cerca ora di posare un tubo che possa rifornire i dodici ragazzi e l’allenatore di ossigeno ma la sua posa non ha ancora raggiunto la zona nella quale sono bloccati; fortunatamente sono state portate loro piccole bombole che consentono di aver accesso ad ossigeno supplementare, come confermato dal governatore Narongsak Osatanakorn, alla guida delle operazioni di soccorso

Le lettere dei ragazzi

I dodici giovani calciatori hanno comunicato con i loro genitori scrivendo una lettera per rassicurarli sul loro stato di salute. Hanno affermato di stare bene ma di sentire la loro mancanza: “non vi preoccupate – hanno scritto – siamo tutti forti”. Nelle ultime ore i soccorritori hanno tentato di installare una linea telefonica all’interno della grotta ma l’operazione non è andata a buon fine; per questo i ragazzini hanno scritto una serie di missive portate ai loro genitori. Nel frattempo si è deciso di non tentare immediatamente un’evacuazione subacquea: i ragazzi, secondo i soccorritori, non sono ancora in grado di affrontarla in sicurezza. La situazione cambia però minuto dopo minuto e qualora dovessero nuovamente iniziare le piogge intense si tenterebbe di portarli via subito. Il governatore della regione Chiang Rai ha confermato: “non sono ancora in grado di immergersi, vogliamo meno rischi e il miglior piano possibile”.

L’allenatore si scusa con i genitori

Si è scusato con i genitori dei ragazzini intrappolati. Nella lettera scritta insieme alla squadra, il giovane allenatore 25enne ha scritto: “Voglio scusarmi con i genitori. In questo momento tutti i bambini stanno bene, i soccorritori si stanno prendendo cura di me e prometto che io mi prenderò cura dei bambini nel miglior modo possibile. Grazie per tutto il supporto che ci state offrendo”. Il giovane è molto provato: per dieci giorni ha bevuto esclusivamente acqua dando le poche provviste che aveva ai ragazzini. Si sente inoltre molto in colpa per averli condotti nella cava in un periodo potenzialmente rischioso; anche se la stagione delle piogge non è ancora iniziata, le precipitazioni non mancano in questa zona ed il livello di acqua nelle grottte si è infatti alzato poco dopo il loro ingresso, rendendo loro impossibile poter uscire.