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Da giorni la situazione in Friuli Venezia Giulia appare critica, con contagi in continuo aumento in particolare in seguito ai numerosi assembramenti e alle manifestazioni no green pass. Nella Regione è stata superata la soglia di allerta nelle terapie intensive e a confermare la criticità del momento è anche il nuovo rapporto Agenas.
Rapporto Agenas, in Friuli Venezia Giulia terapie intensive da zona gialla
La quarta ondata è ormai iniziata e preoccupa la risalita dei contagi. La situazione nel Vecchio Continente fa paura, con record giornalieri di positivi e numero di vittime troppo alto. Germania, Olanda e Paesi dell’Est, dopo le difficoltà del Regno Unito, affrontano una situazione in costante peggioramento. Gli ospedali faticano a reggere. In Italia, al contrario, la sanità sembra non essere messa sotto pressione dall’incremento dei positivi al Covid-19. Tuttavia, i ricoveri (ordinari e in terapia intensiva) sono in aumento anche nel nostro Paese.
Lo testimonia l’ultimo rapporto Agenas. I contagi sono in netto rialzo in Veneto, ma è il Friuli Venezia Giulia a registrare la situazione più pesante in termini di occupazione delle strutture ospedaliere da parte di malati Covid. È occupato il 14% delle terapie intensive per il ricovero di pazienti positivi al virus. Superata la soglia di preoccupazione del 10%. L’occupazione dei posti in reparto, invece, è del 13%.
In Friuli Venezia Giulia, Liguria e Trento terapie intensive in aumento
La situazione appare critica e difficoltosa soprattutto in Friuli Venezia Giulia, ma anche in altre zone d’Italia gli ospedali segnalano un continuo aumento dei posti letto occupati da pazienti malati di Covid.
I numeri nelle terapie intensive sono in rialzo anche in Liguria, che raggiunge il 5%, e nella provincia autonoma di Trento, pari al 4%.
Rapporto Agenas, in Friuli terapie intensive da zona gialla: i dati nelle altre Regioni
Oltre all’aumento dei posti occupati in terapia intensiva, i ricoveri ordinari sono in crescita da Nord a Sud.
Un aumento nei reparti di area non critica si registra in Campania (9%), in Sicilia (10%), in Lombardia (8%) nella provincia autonoma di Trento (5%). Scende di 3 punti la percentuale in Valle d’Aosta, arrivando così all’8%. Cala di un punto percentuale l’occupazione ospedaliera anche nella provincia autonoma di Bolzano (14%). Alta ma invariata è la percentuale in Calabria, ferma al 12%.