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De Luca attacca il Governo sullo stop al reddito di cittadinanza: “Non si cancella la povertà con un sms”

Reddito di cittadinanza sospeso De Luca

Il Governo ha sospeso il reddito di cittadinanza a 169mila famiglie italiane con un sms: la dura critica di Vincenzo De Luca.

È partito all’attacco del Governo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dopo aver appreso che oltre 169mila famiglie italiane sono state informate tramite un sms che il loro reddito di cittadinanza è stato sospeso a partire dal mese di agosto. Nel suo lungo intervento, il governatore campano ha contestato l’azione dell’esecutivo, incurante del dramma della povertà che affigge migliaia di italiani.

Reddito di cittadinanza sospeso, l’attacco di De Luca al Governo

“Credo sia stato un intervento sbagliato da parte del Governo inviare un Sms per informare decine di migliaia di persone che da inizio agosto non avranno un aiuto”. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha commentato con queste parole la decisione dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni di annunciare la sospensione del reddito di cittadinanza ad agosto per 169 mila famiglie con un messaggino.

“È un trauma sociale che avremmo dovuto fare di tutto per evitare. È chiaro che si sapeva questa scadenza, ma quando parliamo di famiglie e persone non possiamo usare l’algoritmo o l’Sms, bisogna fare un lavoro di preparazione”, ha aggiunto De Luca. A Napoli, sono ben 22 mila le famiglie che non potranno più beneficiare dell’aiuto dello Stato. La notizia ha fomentato l’ira dei cittadini napoletani che sono scesi in strada e hanno protestato contro il Governo radunandosi davanti all’Inps.

A margine di un’iniziativa dedicata alla presentazione del nuovo progetto di riqualificazione dello Stadio Collana, il governatore campano ha rilasciato altre dichiarazioni sul reddito. “Dobbiamo lavorare su due linee: la solidarietà per la povera gente vera e la trasparenza. Dobbiamo correggere alcune distorsioni registrate, fenomeni speculativi e parassitari vanno cancellati”, ha detto De Luca. “Questo intervento del Governo esclude famiglie con minori a carico, persone con 65 anni e disabili. Ma questa cosa andava preparata meglio perché queste famiglie hanno avuto la sensazione di aver perduto tutto. Poi ci sono due criticità: il Governo dice interrompiamo il Rdc, chi viene escluso si deve rivolgere ai servizi sociali del comune. Teoricamente è corretto, ma abbiamo una condizione dei Comuni da disperazione, manca il personale essenziale a volte. Così orientiamo le persone verso il nulla”.

“Non si cancella la povertà con un sms”

De Luca, che di certo non le manda a dire al Governo, ha poi continuato, asserendo: “Poi c’è il ruolo in terza fase dei centri per impiego che devono impegnarsi a fare accordi di servizi e di formazione per i giovani che vogliono partecipare. Anche qui per un verso c’è un aiuto, chi accetta riceve 350 euro, ma dobbiamo sapere che diventa poi problematico dare il lavoro. È una problematica che va gestita con rigore ma con sensibilità. Non possiamo avere rapporti con le famiglie come se fossero oggetti. Manteniamoci tranquilli, evitiamo esasperazioni ma apriamo al dialogo. Oggi per via informatica, possiamo sapere prima di mandare i telegrammi quali sono le famiglie che possono avere un aiuto fino al 31 dicembre. Usiamo le tecnologie”.

Al termine del suo discorso, il governatore della Campania ha scelto infine di ribadire ancora una volta la sua ricetta sulla spinosa questione. “Sul Rdc va fatta una selezione corretta, vera e non finta, della povera gente”, ha detto. “Oggi abbiamo la possibilità, usando servizi sociali comunali, piano sociali di zona, Inps, di avere tutte le informazioni disponibili per avere un numero certo della povera gente vera a cui va garantito un reddito minimo. Non possiamo lasciare centinaia di migliaia di persone alla disperazione. Poi bisogna pensare alla formazione che va retribuita con un contributo anche minimo. Ma mentre con gli Its c’è certezza del lavoro per quella generica ci sono dei dubbi”.