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Regno Unito, neonato con il DNA di tre persone diverse: lo strano caso

Nel Regno unito c'è un neonato con tre corredi genetici

Tutto ruota su una quarantina di geni in tutto che possono fare la differenza: un neonato ha il DNA di tre persone

Un vero “giallo scientifico” arriva dal Regno Unito, dove c’è un neonato con il DNA di tre persone diverse. Il piccolo ha quello dei due genitori biologici e quello mitocondriale di una donatrice. Quel materiale genetico è stato utilizzato in un’innovativa tecnica di fecondazione assistita. Si tratta sì di una fertilizzazione in vitro (FIVET / IVF) ma è conosciuta con diversi nomi: Spindle Nuclear Transfer, Trattamento di donazione mitocondriale (MDT) o Terapia sostitutiva mitocondriale (MRT).

Neonato con il DNA di tre persone diverse

Si parte dal principio di sostituire il DNA mitocondriale della madre con quello della donatrice e lo scopo è evitare che i bambini sviluppino malattie ereditarie incurabili e potenzialmente letali. Si tratta di una tecnica utilizzata per la prima volta in Messico nel 2016 per far nascere il piccolo Abrahim Hassan. Lui aveva una mamma portatrice dei geni responsabili della Sindrome di Leigh o encefalopatia necrotizzante subacuta, secondo l’Istituto Telethon. I bimbi che ne sono affetti sviluppano sintomi severi come ritardo psicomotorio, vomito ricorrente ed epilessia fino alla morte. Con la sostituzione mitocondriale si può concepire un bimbo con il DNA del padre e quello nucleare della madre, con il piccolo contributo di quello mitocondriale della donatrice.

I casi simili in Messico ed in Ucraina

E ci sono latri casi: a gennaio 2017 era nata una bimba presso la clinica Nadiya di Kiev, in Ucraina. Della malattia ereditaria in carico al bimbo nato del Regno Unito non si sa nulla, si sa solo che il suo concepimento in vitro è stato eseguito presso il Newcastle Fertility Centre, come specificato dal Guardian. Nella tecnica è stata impiegata una minima percentuale di DNA mitocondriale della donatrice, pari allo 0,2 percento del DNA totale. Si tratta di una quarantina di geni che può fare la differenza.

Cosa ha detto il docente di Oxford

Ha spiegato il professor Dagan Wells, docente di genetica riproduttiva presso l’Università di Oxford: “Il follow-up a lungo termine dei bambini nati è essenziale. La fase di sviluppo in cui si verifica l’inversione non è chiara, ma probabilmente si verifica in una fase molto precoce. Ciò significa che i test prenatali, eseguiti a circa 12 settimane di gravidanza, potrebbero riuscire a identificare se si è verificata un’inversione”.