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Caro affitti, studenti in tenda davanti a Montecitorio: "Non resteremo a guardare di fronte all'indifferenza della politica"

Meloni Giorgia

Gli universitari della Capitale continuano a protestare contro il caro scuola e il caro affitti: dalle tende davanti a Montecitorio l'accusa di indifferenza al governo Meloni

Contro il caro scuola. Contro il caro affitti. E adesso anche contro la manovra economica. Continuano le proteste degli studenti universitari, che nella mattinata di martedì 17 ottobre hanno montato tre tende in piazza a Montecitorio per richiamare da vicino l’attenzione del governo. «La legge di bilancio presentata ieri è di fatto una legge che non vede l’istruzione come un mezzo per costruire il futuro di questo Paese», dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della rete degli studenti medi.

L’opposizione al governo sostiene gli studenti nella protesta

La nuova protesta studentesca nasce dall’approvazione da parte del Consiglio dei ministri della legge di bilancio. Agli universitari si sono uniti diversi parlamentari ed esponenti dell’opposizione: tra gli altri, Giani, Piccolotti, Scarpa e Zingaretti. «Questa legge di bilancio non scommette in giovani e non investe in istruzione. Quest’anno iniziare un anno di scuola costa circa duemila euro tra caro libri, abbonamenti trasporti, corredo scolastico. È una situazione inaccettabile per quello che dovrebbe essere un diritto costituzionalmente garantito», prosegue Notarnicola. Si aggancia alle sue parole Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dei giovani universitari, che, definendo «marginale» l’investimento sul caro affitti in manovra, rintraccia analiticamente il problema nello scarto tra posti disponibili nel pubblico (42mila) e numero di fuorisede (820mila).

Ancora soldi che finiranno (solo) nelle mani dei privati

«Leggiamo il comunicato del governo e scopriamo che l’unico investimento annunciato per il 2024 sono i novantasette milioni per gli alloggi universitari, una cifra ridicola. Tra l’altro non serviranno per realizzare posti letto aggiuntivi, ma soltanto per coprire un buco del Pnrr perché i fondi stanziati non erano sufficienti. Si tratta di soldi che andranno principalmente ai privati, per alloggi che possono arrivare a costare mille euro al mese», conclude Piredda mettendo alle strette le ultime scelte politiche.