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Russia, continuano le proteste contro la guerra: arrestate migliaia di persone

Proteste in Russia

La guerra fa paura. In Russia migliaia di persone continuano le loro proteste. Putin non ci sta e manda in campo numerose forze di polizia.

La guerra non si combatte solo con le bombe, ma anche con la disinformazione e incutendo timore nelle masse. Questa è la strategia coercitiva ed estremista di Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa. Intanto, in Russia, le proteste contro la guerra continuano nonostante la forte repressione.

In Russia le proteste contro la guerra in Ucraina non si fermano

Si apprende da Fanpage, che ha realizzato un servizio in Russia intervistando molte persone contrarie alla guerra, che il terrore fa da protagonista nelle principali città e nei piccoli villaggi della Federazione. La repressione, il silenzio e la propaganda anti-Ucraina stanno diventando ormai le fondamenta della politica interna ed estera di Vladimir Putin. Migliaia di persone sono state arrestate durante le proteste che si sono tenute a Mosca. Il bilancio è di almeno 1.700 arresti su oltre 2.000 manifestanti. Dire: “No alla guerra” è diventato un reato in Russia e pronunciare queste 3 parole fa scattare le manette. Oltre alle proteste, anche la libertà di stampa e di espressione sono state completamente abolite. I giornalisti, infatti, rischiano di restare in prigione per molto tempo se scrivono qualcosa contro il regime di Putin. Per fermare i manifestanti, il presidente russo si è servito anche delle forze speciali e di uno strumento molto utilizzato dal regime, il controllo dei cellulari. Vige il divieto di filmare o fotografare le piazze se è in corso una manifestazione. Insomma, Vladimir Putin, vuole agire nell’ombra e dare l’immagine di una Russia che vive nella normalità. Peccato però che la realtà è diversa.

L’opinione del popolo russo

Sono state intervistate alcuni cittadini russi da Fanpage che hanno spiegato il clima che tira dall’altra parte di questa folle guerra che va avanti dal 24 febbraio 2022. Quasi tutti gli intervistati sono contro la guerra, altri invece hanno paura di esprimersi a causa delle severe leggi imposte da Vladimir Putin. All’inizio del conflitto solo il 18% della popolazione ha avuto il coraggio di opporsi al regime, il 70% dei russi invece ha continuato a sostenerlo. Gli sviluppi recenti del conflitto fanno sperare che questo dato possa invertirsi, in quanto il dissenso nei confronti dei Putin tende ad aumentare sempre di più. Il movente è uno solo: la paura. I cittadini russi non vogliono la guerra, la temono. Ora più che mai questa operazione violenta di Putin in Ucraina (guai a chiamarla invasione, in Russia) sta diventando sempre di più la volontà dettata dall’egoismo di un singolo. È diventato pensiero comune, nell’opinione pubblica, credere che il regime di Putin sia totalitario. Tra i più famosi regimi totalitari della storia vi sono quello della Germania Nazista e dell’Unione Sovietica. A questo punto, chi aveva paragonato Putin ad Hitler o chi aveva ipotizzato che Putin volesse rifondare l’URSS, forse non aveva tutti i torti.