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Coronavirus, come funziona il test degli anticorpi

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Al via le prime fasi di sperimentazione sul test degli anticorpi che, secondo gli esperti, può indicarci la giusta via nella lotta al coronavirus.

Parola chiave anticorpi, dalla loro ricerca in pazienti che hanno sconfitto il coronavirus potrebbe passare una parte della soluzione all’equazione della pandemia. Questi test sierologici sono in gran parte visti come il mezzo giusto per conoscere le stime dei contagiati ed elaborare numeri e condizioni per chi è idoneo al ritorno alla normalità.

Priorità “tornare in prima linea”, è questo il mantra che si ripete il Veneto di Luca Zaia che da il via ai test rapidi per conferire le certificazioni che attestano l’immunità al covid 19. Occorre però fare attenzione perché potrebbero essere diversi i campanelli d’allarme in agguato.

Coronavirus: l’effetto del test degli anticorpi

Alcuni esperti sottolineano che se la valutazione fatta dai test si dovesse rivelare errata, l’effetto sortito sarebbe quello di una pandemia 2.0 e questa è più che una certezza dato che gli stessi test devono essere prima validati e dunque accettati per precisione verificata.

A Padova si bruciano le tappe, nei laboratori di microbiologia si sperimenta il primo test cinese con certificato CE, ne sono stati acquistati oltre 700mila e i primi 100mila dovrebbero essere eseguiti molto presto sui sanitari. Il costo del test? Varia dai cinque euro a qualche decina, secondo le stime i risultati sarebbero disponibili addirittura dopo pochi minuti.

Test degli anticorpi e tamponi: le differenze

Guai a confonderli col tampone, in questi test si analizza il sangue e non il materiale virale presente nelle secrezioni del paziente. Si ricercano due tipologie di anticorpi: gli IgM, prodotti ad infezione in corso, e gli IgG che sono i neutralizzanti del virus e appaiono una volta debellato dall’organismo.

La ricerca è ancora in divenire ed è difficile elaborare tempistiche di comparsa di entrambe le tipologie di anticorpi: secondo gli esperti potrebbero essere sufficienti i 4 giorni successivi al tampone positivo, secondo altri invece si dovrebbero aspettare i canonici 14 giorni. Una cosa è certa, serve ancora tempo per stabilire un studio certificato.

In sintesi, a cosa potrebbero servirci veramente questi test? In primis la loro sperimentazione potrebbe fornire una risposta epidemiologica al fenomeno covid, un virus che conosciamo da soli tre mesi, in secondo luogo aiuterebbe a capire lo stato di contagio di un paziente, se in passato ha contratto il coronavirus, se è in piena fase di manifestazione della malattia e ovviamente se ha sviluppato gli anticorpi. Tre solide certezze in un mare di ricerca, esperimenti e restrizioni.