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Coronavirus porta al Parkinson? Lo studio: "Sarà la terza ondata"

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Secondo lo studio del Florey Institute, il Covid-19 ha conseguenze anche neurologiche, tra cui una escalation dell'incidenza del morbo di Parkinson.

Mentre gli scienziati dell’Università di Hiroshima hanno individuato nella luce ultravioletta C con lunghezza d’onda di 222 nanometri una possibile soluzione per neutralizzare il coronavirus, l’istituto australiano di neuroscienza e salute mentale evidenzia le possibili conseguenze neurologiche del Covid-19, il quale potrebbe portare al Parkinson.

Coronavirus può portare Parkinson? La ricerca

Secondo i ricercatori del Florey Institute, tra gli effetti del Covid-19 potrebbe esserci una maggior diffusione del morbo di Parkinson. Stando a quanto emerso dallo studio condotto, l’infiammazione neurale subita da molti pazienti che hanno contratto il virus può diventare un fattore di rischio, che favorirebbe il Parkinson.

In una relazione pubblicata sul Journal of Parkinson’s Disease, gli studiosi guidati da Leah Beauchamp, specializzata in perdita olfattiva da Parkinson, consigliano ampio screening e trattamenti il più possibile immediati. La stessa raccomandazione arriva dal Florey Institute, in modo da monitorare soggetti a rischio e individuare pazienti che sono nelle prime fasi della malattia.

Secondo gli scienziati, inoltre, la malattia neurodegenerativa potrebbe rappresentare la “terza ondata della pandemia di Covid-19”. In seguito alla ricerca, inoltre, si stima che tre persone risultate positive su quattro subiscono effetti neurologici. I sintomi vanno da encefalite a perdita dell’olfatto. Sono ancora in fase di studio ed elaborazione le terapie farmacologiche che, se somministrate tempestivamente, potranno rallentare o fermare lo sviluppo della malattia.