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Covid, altro coronavirus potrebbe aggravare la malattia

Coronavirus

Un altro tipo di coronavirus potrebbe aggravare la malattia causata dal Covid

Non c’è mai fine al peggio; stando ad Alberto Beretta, immunologo, la malattia causata dal Covid potrebbe essere aggravata da un nuovo tipo di Coronavirus. Il virus, infatti, non solo non sembra essersi affievolito, come alcuni avevano ipotizzato, ma pare ancora più aggressivo. Ma il Sars-Cov-2 è sempre uguale a se stesso, e a cambiare sono le condizioni intorno a lui. La presenza, per esempio, tipica della stagione invernale, di altri virus nell’ambiente potrebbe peggiorare la situazione dei pazienti affetti da Covid.

Covid, altro coronavirus aggrava malattia

Oltre a Sars-Cov-2, ci sono i segni infatti del passaggio di un altro coronavirus, OC43, come ipotizza un paper uscito su Frontiers of Immunology. “Partendo dall’analisi dei dati disponibili in letteratura sulle risposte sierologiche dei pazienti Covid, Sars e Mers abbiamo ipotizzato che nei pazienti Covid più gravi ci sia una risposta immunitaria esagerata generata dalla produzione di anticorpi nei confronti di Sars-Cov-2 e di OC43, un coronavirus molto simile a quello che sta provocando la pandemia – ha spiegato Alberto Beretta.

I coronavirus, è utile ricordarlo, sono molti. Stiamo parlando di una famiglia con decine di membri, di cui 7 hanno fatto il salto nella specie umana. Il OC43, finora sconosciuto ai più, è uno dei 4 coronavirus che causano raffreddori stagionali. La sua struttura, in particolare la proteina Spike, è davvero molto simile a quella del cosiddetto nuovo coronavirus, ragione per cui la reazione del sistema immunitario a OC43 si incrocerebbe con quella a Sars-Cov-2 in maniera dannosa.

“La nostra ipotesi è che esistano due tipi di risposte anticorpali nella Covid-19, una ‘utile’ e l’altra ‘inutile’ o dannosa – continua Beretta -. Quando le infezioni con due virus che si assomigliano si susseguono nella stessa persona il sistema immunitario rischia di sbagliarsi e produrre anticorpi inutili perché incapaci di riconoscere, tra i due, il virus più pericoloso”. E ancora: “Oggi sappiamo che molti pazienti Covid producono anticorpi che, nati per bloccare la Spike di OC43, sbagliano bersaglio e si attaccano a quella di SARS-CoV2, probabilmente favorendolo. Ed è probabile che questi anticorpi abbiano un ruolo negativo nel decorso della malattia”.

Per evitare complicazioni, dunque, Beretta ricorda l’importanza della “vaccinazione antinfluenzale”, che “rimane fondamentale per limitare il rischio di co-infezioni con i virus tipici dell’influenza”.