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Lockdown: una ricerca dimostra che provoca danni alla salute

Lockdown danni salute

Un ricerca ha dimostrato che il lockdown provoca danni alla salute, in modo particolare nei soggetti obesi

Una ricerca realizzata su un campioni di 7mila persone ha analizzato lo stato di benessere psicofisico in stato di lockdown. La ricerca dimostra che la chiusura e l’isolamento sociale danneggiano lo stato di salute, in modo particolare nei soggetti affetti da obesità.

Il lockdown provoca danni alla salute

La rivista Obesity ha pubblicato la ricerca condotta dal Pennington Biomedical Research Center dell’Università del Louisiana, uno studio che ha preso in esame  lo stato di salute nei soggetti costretti all’isolamento a casa dovuto al lockdown. Condizioni di salute fisiche e psichiche che subiscono dei drastici cambiamenti, in modo più determinante nei soggetti obesi. I ricercatori riferiscono che molti soggetti hanno raccontato di vivere una situazione simile: “Se da un lato, nel complesso, hanno migliorato la loro dieta perché hanno mangiato più frequentemente a casa queste persone hanno anche sperimentato il calo più netto della salute mentale e la più alta incidenza di aumento di peso”.

La ricerca è stata condotta su 7mila persone provenienti da 50 Paesi degli Stati Uniti, del Canada, Regno Unito e dell’Australia. Tra i risultati spicca che le persone obese durante il lockdown hanno subito un notevole aumento ulteriore di peso

Leanne Redman del Pennington Biomedical Research Center riferisce che molte delle persone prese in analisi durante il lockdown hanno “fatto più spuntini e meno esercizio fisico, sono andati a letto più tardi e dormito peggio. Sia negli Stati Uniti sia all’estero, le persone hanno in gran parte reagito allo stesso modo alla pandemia, con livelli di ansia che sono praticamente raddoppiati”.

Lockdown, effetti sulla salute: l’ansia

Un aumento di peso che è stato tracciato fino al 33,4% nei partecipanti alla ricerca affetti da obesità e nel 27,5% per il restante dei soggetti monitorati. In merito evidenzia Leanne Redman che: “L’effetto delle misure di restrizione adottate dai governi insieme alla paura di contrarre il virus hanno avuto un impatto significativo sulla salute fisica e mentale delle persone, colpendo i modo sproporzionato le persone con obesità”.

Lo stato d’isolamento ha provocato stati di ansia per cui secondo i ricercatori sarebbe necessario provvedere a non lasciare sole persone già deboli di per se e fornire loro un servizio di supporto e consulenza virtuale mantenendo un contatto costante nel tempo, sia durante il lockdown, che nel periodo successivo. I ricercatori concludono che “le cosiddette visite virtuali  possono alleviare le preoccupazioni dei pazienti sulla sicurezza delle visite di persona”.