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Coronavirus, trovati possibili geni che aumentano il rischio

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Lo studio afferma che dal punto di vista genetico, è possibile che dei geni possano aumentare il rischio di vulnerabilità al coronavirus.

Uno studio italiano effettuato dall’Università di Siena sembra aver individuato dei primi possibili geni in grado di aumentare il rischio di suscettibilità al coronavirus. La ricerca è stata applicata su diversi casi grazie a intelligenze artificiali che hanno riscontrato una media di 3 geni mutati in ogni malato, in grado di aumentare le probabilità di rischio di contagio.

Coronavirus, lo studio su possibili geni del rischio

Continua la ricerca di soluzioni e terapie al coronavirus, e in Italia arriva l’ipotesi ben accurata di possibili geni in grado di aumentare il rischio di suscettibilità al covid. Questo studio è stato effettuato dall’Università di Siena che entro la fine dell’estate provvederà all’analisi del dna di oltre 2.00 pazienti autorizzati da 35 ospedali presenti sul territorio nazionale.

Abbiamo usato un approccio completamente nuovo che valuta il singolo paziente: così sarà più facile trovare terapie personalizzate contro Covid-19“, spiega Alessandra Renieri, direttrice dell’Unità di genetica medica della struttura ospedaliero-universitaria Senese. “In Italia abbiamo avuto la sfortuna di fare da apripista con i nostri pazienti: ora speriamo di poter fare altrettanto come scienziati“.

Fattori ereditari

La professoressa spiega come il diverso approccio di tipo genetico abbia riscontrato dati importanti: “Abbiamo pensato fin dall’inizio che fosse la genetica dell’ospite a fare la differenza, e diversi studi hanno poi dimostrato che la gravità della malattia dipende al 50% da fattori ereditari. Per scoprire quali fossero, sono stati condotti diversi studi genetici mettendo a confronto il Dna di persone malate di Covid e persone sane, ma i risultati sono stati deludenti”.

Abbiamo quindi deciso di cambiare metodo, provando a valutare ogni paziente come un caso a sé- illustra la genetista-Abbiamo scomposto la Covid nei vari organi che colpisce, poi abbiamo esaminato il Dna: ogni individuo presenta oltre 50.000 varianti genetiche, e per semplificarne lo studio abbiamo deciso di valutare le varianti più significative analizzandole secondo un sistema binario, proprio come fanno i computer”.

Secondo i primi dati riscontrati, in ogni paziente affetto dal virus si presenta una media di 3 geni mutati che inevitabilmente aumenterebbero il rischio di vulnerabilità al covid.