> > Scoperto traffico di reperti archeologici: 23 arresti

Scoperto traffico di reperti archeologici: 23 arresti

amphorae 2291971 1920

Sgominata banda di trafficanti di reperti archeologici. La procura ha arrestato 23 persone, tra cui un importante mercante d'arte inglese.

Sono 23 le misure cautelari disposte per traffico di reperti archeologici. La mattina del 4 luglio il Gip della Procura di Caltanissetta ha dato il via libera ai Carabinieri del Comando di Tutela del Patrimonio Culturale per procedere agli arresti di 23 persone, residenti in Italia, Germania, Regno Unito e Spagna. Si tratta dell’esito di un’operazione di inchiesta condotta nell’arco di ben 4 anni, che vede la cooperazione tra il Comando dei Carabinieri e Europol e Eurojust.

Operazione Demetra

Sono oltre 3000 i reperti recuperati dal 2014, per un valore complessivo di 20 milioni di euro. Epilogo dell’operazione condotta in sinergia tra le forze della Procura di Catania, del Comando dei Carabinieri di Tutela del Patrimonio Culturale e di Europol e Eurojust sono i 23 mandati di arresto per i componenti di un’organizzazione criminale, specializzata nel traffico di reperti archeologici. Oltre al danno anche la beffa: l’appellativo che le forze dell’ordine hanno attribuito all’inchiesta porta il nome di Demetra, dea greca della agricoltura e fertilità, più conosciuta come la madre disperata per il rapimento della figlia Persefone, per mano del dio degli inferi, Ade. Demetra può finalmente riposare ora che il suo tesoro è stato ritrovato: anfore, vasi, statuette e monete risalenti all’epoca greco-romana, che l’organizzazione avrebbe destinato al mercato nero.

Aggiornamenti dalla conferenza stampa

Figura centrale nelle operazioni della banda sarebbe – stando a quanto emerso dalla conferenza stampa e riportato da Repubblica – Francesco Lucerna, 72 anni, nato a Riesi, in provincia di Caltanissetta. Per lui sono scattati gli arresti. Lucerna, tombarolo, avrebbe ricoperto il ruolo di mediatore tra la Sicilia e i potenziali acquirenti del Nord. Terminata la contrattazione, lo stesso si sarebbe occupato personalmente di tutte le fasi di trasferimento fisico dei reperti. Non si tratta di un volto nuovo per i Carabinieri, che già avevano pizzicato Lucerna nel corso di un’inchiesta del 2015. secondo la procura a capo dell’ organizzazione, invece, potrebbe essere un noto mercante d’arte inglese, personaggio conosciuto nell’ambiente britannico.

Per nascondere il traffico di reperti, la banda si serviva di una holding internazionale, specializzata nell’acquisto di manufatti archeologici provenienti dalla Germania. La merce era poi venduta attraverso una casa d’asta a Monaco di Baviera, per centinaia di migliaia di euro.

Non sono semplici tombaroli

Una volta i ladri di antichità li chiamavano tombaroli, nome decisamente meno altisonante di “predatori di tombe“, come li definivano il cinema e i videogiochi. La cultura pop li dipinge quali avventurieri romantici, al di fuori del sistema, invischiati in intrighi fantapolitici, mirati a sventare minacce provenienti da maledizioni dimenticate e apocalissi di un’altra dimensione. Personaggi come Indiana Jones, Lara Croft, Han Solo e Nathan Drake vi suonano familiari? Dimenticateli. Perché questi ladri di antichità non sono semplici tombaroli: stando all’inchiesta condotta dagli inquirenti, l’organizzazione avrebbe i connotati di una vera e e propria holding criminale transnazionale, operante nel territorio dell’Italia, della Spagna, del Regno Unito e della Germania.

I precedenti blitz

Nel 2015 i carabinieri avevano individuato e smantellato un’organizzazione operante nel territorio della Sicilia e del Piemonte. L’operazione ha portato al sequestro di mille pezzi tra originali e falsi e complessivamente a 16 denunce. L’anno precedente, i Carabinieri del Comando di Tutela del Patrimonio Culturale hanno denunciato il saccheggio e la rivendita di reperti archeologici ad opera di tombaroli siciliani, che hanno condotto degli scavi nella colonia greca di Himera, nella zona di Termini Imerese.