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Secondo fermo per Greta Thunberg durante le proteste in Germania: l’attivista portata via di peso

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È scattato il secondo fermo per Greta Thunberg: l’attivista è stata portata via di peso dagli agenti durante le proteste a Luetzerath, in Germania.

Non si fermano le proteste contro l’allargamento della miniera di carbone nel villaggio di Luetzerath, in Germania, e in prima linea resta con determinazione l’attivista svedese Greta Thunberg, che così ha collezionato il suo secondo fermo. All’arrivo della polizia, la giovane ambientalista ha opposto resistenza passiva ed è stata trascinata via di peso.

Secondo fermo per Greta Thunberg durante le proteste in Germania: l’attivista portata via di peso

Salgono a quota due i fermi di Greta Thunberg in Germania. La ragazza è stata fermata insieme ad altri attivisti per il clima durante un sit-in organizzato per protestare contro la demolizione del villaggio di Luetzerath. Demolizione finalizzata ad ampliare la miniera di carbone già presente in loco. Il primo fermo di Greta risale a domenica 15 gennaio, sempre presso il villaggio occupato.

L’attivista svedese ha opposto resistenza passiva ed è stata portata via di peso dagli agenti in assetto antisommossa che si sono recati sul posto per sedare la manifestazione. Dopo essere stata in stato di fermo, è stata identificata e rilasciata. Secondo quanto riferito da Zdf, la polizia locale ha confermato che Thunberg e gli altri protestanti sono stati allontanati dalla miniera e identificati.

Intervenendo sull’accaduto, un fotografo della Dpa ha raccontato che l’attivista svedese è stata portata via da tre agenti ed è poi stata sottoposta a un controllo. Anche il fotografo ha riferito che, dopo l’identificazione, il gruppo è stato rilasciato. Nessun arresto, quindi, sarebbe stato condotto.

Me le proteste non si fermano: il gruppo si sposta a Garzweiler

Il secondo fermo, tuttavia, non ha scoraggiato Greta che, nella giornata di martedì 17 gennaio, era nuovamente tra i manifestanti in prossimità della miniera di lignite di Garzweiler, sempre in Germania. Il luogo si trova a pochi chilometri soltanto dal villaggio di Luetzerath, oggetto di scontri tra ecologisti e forze dell’ordine per giorni.

Nonostante i ripetuti interventi delle autorità, l’attivista svedese continua a protestare e, insieme ad altri attivisti di Fridays For Future, si è seduta in corrispondenza del bordo della miniera di lignite a cielo aperto di Garzweiler.

Qui, la polizia ha circondato gli ambientalisti e, come ammesso anche dalle forze dell’ordine, gli agenti avrebbero deciso di ricorrere all’uso di spray al peperoncino e manganelli per disperdere i manifestanti e farli allontanare da una zona in cui è severamente vietato sostare.

Da tempo, Greta ha sposato la causa degli ambientalisti locali in lotta contro l’ampliamento della miniera di carbone. Nei giorni scorsi, proprio a questo proposito, aveva dichiarato: “È assurdo che questo accada nel 2023. Abbiamo bisogno di tenere il carbone sottoterra, la Germania imbarazza se stessa“.