> > Sequestrato in Siria, nuova chiamata alla madre

Sequestrato in Siria, nuova chiamata alla madre

sequestrato

Alessandro Sandrini è stato sequestrato in Siria nell'ottobre 2016, arriva una nuova chiamata.

Sequestrato al confine tra la Siria e la Turchia è Alessandro Sandrini, un bresciano di 33 anni che è scomparso l’ottobre del 2016. Il 21 gennaio arriva una nuova chiamata da parte del povero sequestrato alla madre. Il ragazzo, in preda alla disperazione, si sfoga con la mamma e dice che lo Stato italiano lo vuole far morire in Siria. Lo Stato, stando alle dichiarazioni di Alessandro, non sta facendo niente per aiutarlo. La disperazione quindi dilaga sia per il ragazzo che per la madre che si rivolge alla stampa per sollecitare il caso del figlio.

Sequestrato in Siria

La vicenda di Alessandro Sandrini di soli 33 anni è a dir poco triste. Il ragazzo è stato sequestrato il 4 ottobre del 2016. Al momento del suo sequestro si trovava ad Adana a 180 chilometri da Aleppo, si trovava lì per una vacanza di sette giorni. Il giovane è un operaio che al momento del sequestro era in cassa integrazione di un’azienda bresciana. Si era preso sette giorni di riposo, come tutti durante l’anno, ma quella vacanza per lui è stata tutt’altro che piacevole.

Già al secondo giorno di permanenza si è ritrovato tra le grinfie di arabi sconosciuti che lo hanno rapito e portato con loro. Il ragazzo è risultato scomparso per un anno finchè non ha chiamato per la prima volta la madre il 19 ottobre del 2017. Per dodici mesi quindi il ragazzo risultava scomparso ma in realtà era ostaggio dei siriani.

Le chiamate

Per dodici mesi del ragazzo nessuna notizia, finchè il 19 ottobre squilla il telefono della madre. Era Alessandro, che disperato ha raccontato tutto quello che gli è accaduto fino a quel giorno. Alessandro racconta di trovarsi in una stanza tre metri per tre insieme ad altre persone sequestrate che però non riesce a vedere. Non ha idea di dove si trovi e quindi non può dare indicazioni utili alle indagini. La sua più grande paura è quella di morire e di non essere salvato dallo Stato italiano che apparentemente sta ignorando la questione.

Sandrini insiste con la madre perchè continui a restare in contatto con i media così da tenere vivo il suo caso che altrimenti andrebbe dimenticato. Durante le telefonate gli inquirenti sono riusciti a localizzare la provenienza delle chiamate. Pare che arrivino da una zona tra Siria e Turchia. Alcune fonti investigative dichiarano che, al momento, non ci sono forti elementi che possano far pensare ad un finto sequestro.

La nuova chiamata

L’ultima chiamata che la madre di Alessandro ha ricevuto è arrivata il 21 gennaio scorso. La telefonata ha raggiunto Folzano, che si trova in provincia di Brescia, ed è durata circa sette minuti. Anche questa volta la chiamata è partita dalla Siria e la questione è stata confermata dagli investigatori che stanno lavorando al caso.

La Procura di Brescia e la Farnesina stanno lavorando da più di un anno a questo caso e sono sempre in stretto contatto con la madre di Alessandro. Il ragazzo è disperato e dice di non farcela più. Chi lo ha sequestrato parla in arabo e gli unici contatti che ha con loro si svolgono a volto coperto. La novità che emerge dall’ultima chiamata è il fatto che Alessandro ha chiesto alla madre di mandargli un indirizzo email. Per questo si sospetta che i sequestratori vogliano inviare un video.

Un altro sequestrato

Alessandro Sandrini non è l’unico bresciano ad essere stato sequestrato in Siria. C’è anche il caso di Sergio Zanotti che è scomparso dal maggio scorso. L’ex moglie di Zanotti ha presentato denuncia già a maggio quando credeva di averlo perso definitivamente. Sergio Zanotti ha 56 anni e pare sia andato in Siria per aiutare un amico. Così dichiara la ex moglie di Zanotti il quale avrebbe dovuto soggiornare in Siria soltanto per pochi giorni. Da quel viaggio però non è più tornato.

La donna, che non sentiva il marito da maggio, era convinta fosse morto finchè non arriva un video che lo ritrae. Il video è stato pubblicato su un sito russo che lo ritrae in ostaggio da parte di un gruppo armato siriano. La donna, quando ha visto il video si è impressionata perchè ha visto in lui occhi diversi. Non era in lui. Dal momento della sua scomparsa la donna è in contatto con la Farnesina che le ha sempre detto di non parlare con nessuno di questa vicenda. La donna dice di credere nel lavoro degli investigatori e spera che l’uomo possa ritornare dalla sue figlie.

Chi è Zanotti

Sergio Zanotti è un imprenditore bresciano che viveva insieme alla famiglia a Marone, sulla sponda bresciana del lago d’Iseo. In quella zona abitano, oltre alle figlie e l’ex moglie, anche i parenti più stretti dell’uomo. Zanotti aveva un’impresa edile che è andata in fallimento. In passato era anche stato condannato per evasione fiscale. L’uomo aveva programmato il viaggio nell’aprile scorso e sarebbe dovuto rimanere all’estero per qualche giorno. Non si conoscono ancora i motivi certi del suo viaggio.