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Stop alla vendita o all'affitto se la casa spreca energia: le nuove regole e gli edifici a rischio

Giro di vite UE sulla casa: stop affitto e vendita se spreca energia

La Commissione europea sta preparando una direttiva che rivede gli standard minimi di prestazione energetica che dovranno possedere gli immobili.

L’obiettivo è quello di arrivare ad avere entro il 2050 tutti gli edifici ad emissioni zero. Per raggiungerlo la Commissione europea sta preparando una direttiva sul Rendimento energetico dell’edilizia, che verrà pubblicata il prossimo 14 dicembre: in essa viene stilato un cronoprogramma e si delega ai Paesi membri la definizione degli standard minimi di prestazione energetica che dovranno possedere gli immobili al più tardi dal 2027.

Stop affitto e vendita se spreca energia

La nuova certificazione sarà obbligatoria sia per gli edifici da costruire, sia da ristrutturare, in caso di vendita o di rinnovo dell’affitto. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia secondo l’ultima bozza. Quest’ultima deve comunque passare al vaglio ancora di due riunioni: infatti, giovedì ci sarà la discussione tra i gabinetti e poi lunedì quella dei capi di gabinetto. Solo dopo aver superato queste due fasi, potrà arrivare sul tavolo del Collegio dei commissari il 14 dicembre per la sua adozione.

Il nuovo articolo 9 prevede al comma 1 l’obbligo per gli Stati membri di assicurare che dal 2027 gli edifici pubblici appartengano alla classe energetica F, eliminando, quindi, la classe G. Inoltre,dal 2030 dovranno salire di una altro gradino, ossia alla classe E. Gli edifici residenziali, case e appartamenti, dovranno rientrare almeno nella classe F dal primo gennaio 2030 e salire almeno alla classe E dal 2033.

Stop affitto e vendita se spreca energia: classe energetica G fuori dal mercato

Laddove la bozza venisse confermata, a cambiare sarà pure la certificazione dell’efficienza energetica degli edifici. I nuovi articoli 16 e 17 rendono più stringente il livello di certificazione degli Stati membri: dal 31 dicembre 2025, difatti, il certificato dovrà seguire un modello prestabilito europeo. Sarà introdotto l’obbligo di rilasciare questo certificato per gli edifici e le case in costruzione, vendute, ristrutturate o anche in caso di rinnovo del contratto d’affitto. Finora, invece, era solo in caso di un nuovo contratto. Ciò significa che gli edifici con classe energetica G resteranno in maniera automatica fuori del mercato a meno che non passino di classe.

Tuttavia, sono previste delle esenzioni per gli edifici considerati storici, dedicati al culto, ufficialmente protetti o temporanei, oppure inferiori ai 50 metri quadrati.

Stop affitto e vendita se spreca energia: la possibile opposizione degli Stati membri

In aggiunta, questa direttiva contempla perfino gli incentivi che possono essere usati dagli Stati membri per aiutare la riqualificazione degli edifici pubblici e privati. L’articolo 15 in effetti stabilisce che gli Stati membri potranno fornire strumenti finanziari appropriati, incentivi e altre misure per “affrontare le barriere di mercato e stimolare gli investimenti necessari nel rinnovamento energetico in linea con il loro piano nazionale di rinnovamento degli edifici”

Potranno anche prevedere finanziari su misura come prestiti e mutui per le riqualificazioni degli edifici. C’è, però da considerare che questa direttiva sarà difficile da far digerire agli Stati membri che devono anche fare i conti con l’estensione del sistema Ets, il sistema per lo scambio delle quote di emissione di CO2, all’edilizia e ai trasporti su strada: il rischio è purtroppo che tali costi ricadano su famiglie e imprese.