> > Stop cessione dei crediti, edili contro il Governo: si rischia bomba sociale

Stop cessione dei crediti, edili contro il Governo: si rischia bomba sociale

Stop cessione dei crediti, edili contro il Governo: si rischia bomba sociale

Dal governo lo stop alla cessione dei crediti

Il governo ha deciso lo stop alla cessione dei crediti per il Superbonus. Le associazioni minacciano uno sciopero del settore.

Dal governo lo stop alla cessione dei crediti

Lo stop alla cessione del credito ha provocato la reazione di alcuni politici e delle associazioni che rappresentano il settore edilizio. Il prossimo lunedì è previsto un incontro tra il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e le associazioni di categoria.

Il segretario della Fillea (Federazione Italiana Lavoratori Legno ed affini) Alessandro Genovesi ha spiegato: «Con il blocco alla cessione dei crediti e dello sconto in fattura per i bonus edili si perderanno nell’edilizia privata circa centomila posti di lavoro e molte imprese chiuderanno».

Secondo Genovesi «Questo è un attacco del governo senza precedenti alle imprese più serie, ai lavoratori del settore e alle famiglie più in difficoltà. Se non tornerà sui propri passi e aprirà un tavolo di confronto, metteremo in campo tutte le necessarie azioni di mobilitazione, compreso lo sciopero generale di tutta la filiera delle costruzioni».

Rischio chiusura cantieri

Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa spiega: «Il decreto approvato rappresenta una minaccia per tutta l’operazione Superbonus. Con questo provvedimento, si mette la parola fine alla cessione dei crediti fiscali e molti cantieri già fermi da tempo potrebbero essere chiusi definitivamente. Noi avevamo suggerito di coinvolgere le regioni e gli altri enti locali perché potessero acquistare i crediti delle banche, ma il governo ha detto no, probabilmente per ragioni politiche. Con rammarico, prendiamo atto di queste decisioni che però corrono il rischio di portare al fallimento 25mila piccole e medie imprese italiane. Il rischio che avevamo paventato pochi giorni fa resta intatto».

La richiesta della CNA al Governo

La Confederazione nazionale dell’artigianato «rinnova la richiesta al Governo di  intervenire con la massima urgenza per sbloccare i crediti fiscali legati agli ecobonus che ingolfano i cassetti fiscali di migliaia di imprese. Circa 8 miliardi di liquidità bloccati da mesi che mettono a rischio la sopravvivenza di 40mila imprese della filiera delle costruzioni, provocano il blocco di 100mila cantieri e generano caos e incertezza per un milione di cittadini»

Corrado Di Niro, presidente dell’Associazione costruttori edili del Molise ha commentato: «Il Governo ha deciso di far fallire le imprese e l’indotto. Riservandoci di studiare meglio il provvedimento riteniamo si tratti di un grave errore e di un ennesimo cambiamento delle carte in tavola che getta incertezza tra gli operatori. Migliaia di imprese con tutto il loro indotto rischiano di rimanere definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con il fallimento di migliaia di aziende e con molti lavoratori che rimarranno senza occupazione».

Il commento del presidente di Confimi Edilizia

Il presidente di Confimi Edilizia Sergio Ventricelli ha detto: «La mia Confederazione ha sempre rispettato l’operato delle istituzioni, mostrandosi attenta a salvaguardare un doveroso equilibrio tra le parti, ma noi rappresentiamo prima di tutto le imprese, quindi non possiamo tacere su una scelta così ingiusta, che decreta lo stop totale dello sconto in fattura e della cessione del credito, lasciando solo la strada della detrazione d’imposta. In più, come se tutto questo non bastasse, si decide anche di vietare alle pubbliche amministrazioni di poter acquistare i crediti incagliati, una nuova iniziativa che stava avendo un certo seguito.»

Ventricelli sottolinea poi: «per sistemare i problemi causati da altri, si decide di infliggere un colpo mortale al settore dell’edilizia, che negli ultimi due anni ha dato un contributo fondamentale alla crescita record del Pil? Sono allibito. Probabilmente non si è compreso davvero che qui si gioca sulla vita di lavoratori e famiglie e si mette a repentaglio il futuro di almeno 20mila aziende dell’edilizia e oltre 100mila posti di lavoro».

40mila aziende rischiano la chiusura

Claudio Corrarati, presidente di CNA Trentino Alto Adige ha commentato così lo stop alla cessione dei crediti: «A livello nazionale sono 40mila le nostre aziende che ora rischiano la chiusura, di queste decine anche sul nostro territorio. Si parla di circa 300.000 famiglie coinvolte in Italia. Bisogna trovare una soluzione e farlo anche in tempi stretti».

Lo stop alla cessione del credito sarà valido soltanto per le opzioni future, cioè le richieste fatte a partire dal 17 febbraio. Per quanto riguarda le pratiche già avviate in passato resta tutto confermato. I lavori che non sono ancora terminati vedranno una deroga sulla cessione del credito.