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Strage di Cutro, le nuove testimonianze dei sopravvissuti

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Alcuni migranti sopravvissuti alla strage di Cutro sono stati sentiti dalla Procura della città di Crotone

Dell’ormai tristemente nota strage di Cutro si è detto e scritto moltissimo, ma a distanza di due settimane dalla tragedia continuano ad emergere nuovi dettagli. I sopravvissuti hanno parlato alla Procura di Crotone, raccontando quei terribili istanti vissuti la notte del 26 febbraio.

Naufragio Crotone, le nuove testimonianze dei superstiti

Gli inquirenti stanno proseguendo le indagini sul naufragio di Crotone che ha tolto la vita a 79 persone, con altre decine di dispersi. ‘Adnkronos‘ ha visionato alcuni verbali dei sopravvissuti che hanno parlato con la Procura della città calabrese, in cui i migranti hanno raccontato cosa è successo quella notte. Una donna ha spiegato:

Appena giunta vicino alla spiaggia italiana, nel tardo pomeriggio del 25 febbraio, uno scafista turco ci ha detto che eravamo giunti in Italia e che potevamo salire sopra coperta per pochi minuti. Abbiamo fatto pure un piccolo video inneggiando alla fine del viaggio anche se non riuscivamo a vedere la costa. Nonostante ciò l’imbarcazione spegneva il motore senza pertanto navigare verso costa. In quel momento uno degli scafisti faceva dei video con il proprio telefono cellulare inneggiando a un trafficante asserendo che i suoi migranti erano giunti in Italia. Abbiamo chiesto perché la barca non raggiungeva la costa, ma gli scafisti non rispondevano. Intanto il mare diveniva sempre più agitato e uno degli scafisti turchi ci mostrava una mappa sul cellulare cercando di tranquillizzarci e dicendoci che eravamo ormai vicini all’Italia. Nonostante ciò noi ci stavamo un po’ agitando perché non comprendevamo il motivo per cui si stava esitando a raggiungere la costa. Peraltro noi non potevamo nemmeno telefonare ai soccorsi perché i membri dell’equipaggio erano dotati di un sistema elettronico che bloccava le linee telefoniche. Gli scafisti, invece, erano dotati di una ricetrasmittente satellitare ma non chiamavano i soccorsi, peraltro gli scafisti avevano anche invertito la rotta allontanandosi.

Un nuovo racconto di un sopravvissuto

Un altro migrante sopravvissuto ha raccontato alla Procura:

Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio la barca ha cambiato più volte la velocità di navigazione, alcune volte accelerava, poi si fermava. A un certo punto, io ho visto delle luci provenienti dalla spiaggia, in quel momento la barca stava navigando ad alta velocità per poi virare repentinamente. Subito dopo questa manovra l’imbarcazione si capovolgeva spezzandosi e imbarcando acqua. A questo punto è scoppiato il panico e ho appreso da altri che gli scafisti erano fuggiti via con un gommone. Dopo cinque giorni di navigazione sapevamo di essere in prossimità delle coste italiane, quando ho sentito un forte rumore, e da una falla nello scafo abbiamo cominciato a imbarcare acqua. Il livello di acqua sottocoperta è salito molto rapidamente generando il caos a bordo. Salito in coperta, mi sono ritrovato in acqua e mi sono aggrappato a un pezzo di legno. La corrente mi ha spinto via.”