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Stramondo dell’Ingv: “L’Emilia Romagna è a media pericolosità ma ricordiamo il 2012”

L'areale del sisma registrato in Emilia Romagna il 9 febbraio scorso

Il parere di Salvatore Stramondo dell’Ingv sulle scosse del 9 febbraio scorso: “L’Emilia Romagna è un'area a media pericolosità, tuttavia ricordiamo il 2012”

Salvatore Stramondo, direttore dell’Ingv, lo ha precisato all’AdnKrnos: “L’Emilia Romagna è su un’area a media pericolosità ma ricordiamo il 2012”. Il sismologo ha commentato il terremoto in sciame con magnitudo fino a 4.3 del 9 febbraio scorso fra Reggio Emilia e Correggio ed ha analizzato lo scenario tettonico di riferimento, che non è da allarme rosso ma che ha un precedente molto violento.

Emilia Romagna a media pericolosità, perciò non è affatto immune da scosse

Ha detto Stramondo: “L’area dell’Emilia Romagna dove si sono registrati i due eventi sismici è a media pericolosità, non ad alta pericolosità come nell’Appennino Centrale“. E tuttavia Stramondo avverte: “Tuttavia è un’area soggetta a scosse come quelle registrate nel 2012 in provincia di Rimini“. E ancora: “Le due scosse del 9 sono avvenute in un’area distante tra i 20 ed i 40 chilometri dalle sequenza scosse del maggio 2012”.

Un territorio che va “trattato con la dovuta attenzione, e dove gli eventi sismici ci sono e come”

“Non siamo esattamente in quell’area ma siamo prossimi“. Poi Stramondo precisa ancora: “L’area interessata dalle due scosse è a pericolosità media ma non è pericolosità bassa. Quindi è bene trattare con la dovuta attenzione questo territorio soggetto ad eventi sismici di rilievo”.

L’area non è come quella dell’Appennino Centrale, tuttavia va monitorata “studiando gli eventi passati”

“Questo anche se, è bene chiarirlo, non parliamo di un’area ad alta pericolosità come l’Appennino Centrale, zona tristemente nota per i terremoti de L’Aquila e di Amatrice rispettivamente accaduti nel 2009 e nel 2016”. La chiosa ha un che di confortante: “Ricorderei che i terremoti non si possono prevedere ad oggi, ma è molto cresciuta la nostra capacità di studiare, conoscere ed analizzare i terremoti del passato che comunque ci danno una indicazione importante sulla natura sismica del territorio”.