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Maternità surrogata, la Corte suprema di Strasburgo boccia il ricorso delle coppie gay

Gay

La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo rigetta le richieste di ricorso contro la Procura della Repubblica da parte di coppie omosessuali riguardo la maternità surrogata

Maternità surrogata: tra desiderio e ostinazione. La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo rigetta le richieste di ricorso contro la Procura della Repubblica da parte di coppie omosessuali.

Perché non l’adozione?

Nei numerosi ricorsi si chiedeva la condanna dell’Italia perché non permetteva di trascrivere all’anagrafe gli atti di nascita, legalmente riconosciuti all’estero, di bambini nati usando la formula della maternità surrogata. La Corte suprema di Strasburgo ha spiegato le ragioni della sua sentenza – che non ha risparmiato un caso analogo di una coppia eterosessuale – in una nota: «Il desiderio delle coppie di veder riconosciuto un legame tra i bambini e i loro genitori intenzionali non si è scontrato con un’impossibilità generale e assoluta, dal momento che avevano a disposizione l’opzione dell’adozione e non l’hanno utilizzata».

Il divieto per gli italiani vale anche all’estero

Arrivato in Aula alla Camera, il testo che rende reato universale la gestazione per altri ha subito suscitato reazione di protesta da parte delle opposizioni. Si critica anzitutto l’idea che un reato presente in Italia possa essere dichiarato unilateralmente universale, cioè perseguibile anche se commesso all’estero, compresi i Paesi dove la condotta è lecita e regolamentata, come in Canada o negli Usa. Il testo di Fratelli d’Italia punta infatti a perseguire anche chi rientri in Italia dopo aver fatto ricorso alla maternità surrogata in un Paese in cui questa pratica è legale.