La donna non è una macchinetta delle sigarette. Con questa immagine il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto a sfavore dell’utero in affitto durante un comizio tenuto a Udine. Ecco le sue argomentazioni.
L’Italia ragiona da sola
«L’utero di una donna non deve essere utilizzato per sfornare figli come se fosse un forno dove si sfornano le patate arrosto. […] Non è che le donne possono decidere sull’utero in affitto: non si può mercificare il proprio corpo» ha commentato il ministro degli Esteri. Contro la sovranità dell’Ue, Tajani prosegue: «Al Parlamento Ue rispondo che le regole si scrivono in Italia, non è una questione di competenze europee. Il parlamento non stava legiferando, ha dato un’opinione a maggioranza: se si vogliono cambiare le regole bisogna cambiarle in Italia».
Tajani: «Non sono omofobico»
Prevedendo critiche da parte di chi difende ostinatamente i diritti delle coppie omosessuali, il ministro ha poi aggiunto: «Non c’entra niente essere omofobico, qua si tratta di avere delle regole e di rispettare le regole. L’utero in affitto è una scelta inaccettabile sia se viene utilizzato da una coppia eterosessuale che omosessuale», concludendo che in Italia «nessun bambino è mai stato discriminato, nessun bambino non ha i suoi diritti, ma certamente non possiamo accettare il principio dell’utero in affitto. Il corpo della donna è sacro e deve essere rispettato anche dalle stesse donne. Io non mi permetterei mai di utilizzare un’altra donna come se fosse un forno, non è moralmente giusto. È vergognoso pensare che ci possa essere l’utero in affitto, che per soldi tu compri il corpo di una persona».