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Utero in affitto: cos'è, come funziona e dove è legale

utero in affitto

Quando una "madre surrogata" può diventare tale? Ecco spiegato cos'è l'utero in affitto, come funziona la gravidanza e in quali Paesi è legale.

Utero in affitto: in quali circostanze è permesso portare avanti la gravidanza per conto di un’altra donna e perché succede.

Cosa si intende per “utero in affitto”?

Con l’espressione “utero in affitto” si intende colei che porta a termine una gravidanza per conto di altri. Una donna che, in qualche modo, presta il suo corpo fino al parto, per poi dare il bambino ad una coppia che, per svariati motivi, non può avere figli. Spesso viene utilizzato anche il sinonimo di “madre surrogata“.

Affinché questa pratica sia valida, deve essere stipulato un contratto detto di “surrogazione gestazionale” e che può variare, in parte, da Paese a Paese. Con questo documento la madre surrogata rinuncia a tutti i diritti sul nascituro o sui nascituri, promettendo di consegnarli, dopo la nascita, alla parte richiedente (coppia o singolo).

Bisogna sottolineare, però, che molto spesso la madre surrogata non è la madre biologica, poiché per la fecondazione vengono utilizzati i gameti della coppia che richiede la surrogazione.

In quali Paesi è consentito l’utero in affitto

Attorno alla questione dell’utero in affitto ci sono tanti dibattiti e tante perplessità etiche, motivo per cui non è ammesso ovunque. La maternità surrogata ad oggi in Italia è vietata dall’art.12 co.6 della Legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita. 

Invece, è legalmente consentita nel Regno Unito, nei Paesi Bassi, in parte degli Stati Uniti, in Grecia, in Portogallo, in Albania, in Georgia, in Ucraina e in Russia.