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Teheran, scoppia incendio nel carcere dov'è rinchiusa Alessia Piperno

Teheran

Un grande incendio è divampato nel carcere Evin di Teheran, dov'è rinchiusa anche Alessia Piperno dallo scorso 28 settembre.

Un vasto incendio è divampato in Iran, presso il carcere Evin di Teheran dove è rinchiusa anche Alessia Piperno, la travel blogger di 30 anni bloccata nel paese dallo scorso 28 settembre.

Incendio nel carcere di Teheran: c’è anche Alessia Piperno

Nella notte di sabato 15 ottobre un grande incendio si è propagato nel carcere Evin di Teheran, in Iran, lo stesso in cui dallo scorso 28 settembre è rinchiusa Alessia Piperno, la travel blogger romana colpevole di aver fatto propaganda antigovernativa.

Secondo alcuni testimoni, nei pressi della sezione 7 della struttura si sarebbero riuniti gruppi di persone armate, inneggianti a slogan antigovernativi. Secondo i vigili del fuoco e l’agenzia di stampa della Repubblica Islamica (Irna), nell’incendio sarebbero rimaste ferite otto persone.

La situazione

In base a fonti iraniane, il primo allarme sarebbe scattato alle 21, quando una coltre di fumo si sarebbe alazata dal settore 7 della prigione, dove spno rinchiusi tutti i prigionieri politici.

I rivoltosi avrebbero dato fuoco a delle vesti, per essere poi allontanati e rimessi in cella. La polizia ha sparato gas lacrimogeni anche contro le famiglie, che si erano radunate intorno alla prigione, degli attivisti e degli studenti che sono stati arrestati durante le proteste dopo la morte della giovane Mahsa Amini.

In questo momento il regime del Mullah sta massacrando i prigionieri politici del carcere di Evin e chiedo alla popolazione di soccorrere i suoi figli detenuti in carcere che sono sotto l’attacco dei pasdaran“. Così ha dichiarato Karimi Davood, il presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia, riferendo l’appello lanciato dal numero uno del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, Maryam Rajavi.

Le strade verso Evin sono intasate dalle macchine. I pasdaran hanno chiuso tutte le strade e sparano a chi tenta di avvicinarsi. Si sentono fortissime raffiche di armi. C’è un massacro in corso“, ha concluso Davood.