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Tonfo della produzione industriale: spunta l'incubo recessione

L'ombra della recessione sulla produzione industriale

Tonfo della produzione industriale: spunta l'incubo recessione per l'Eurozona su cui grava la situazione specifica dell'Italia secondo Codacons ed Istat

Una ripresa che fatica ed un tonfo che si avvicina: è quello della produzione industriale a a traino del quale per l’Italia spunta l’incubo recessione. La flessione maggiore è stata sull’energia e le prospettive sul Pil per il 2023 sono al ribasso. Dopo gli ammonimenti dei mesi scorsi di Confindustria arrivano altri dati: sono quelli per cui a novembre 2022 la produzione industriale è stata ancora in calo per il terzo mese consecutivo.

Tonfo della produzione industriale

Di quanto? Dello 0,3% rispetto a ottobre e del 3,7% rispetto al 2021. I dati Istat disegnano una discesa che per imprese e consumatori è fonte di preoccupazione. In termini collegiali quei dati vanno ad incidere negativamente sulle performance dell’economia. Insomma, l’ombra di una recessione nell’Eurozona ha una “coda” che guarda e copre lo stivale. L’inflazione è il nodo cruciale, anche se pare sia in lieve decelerazione a fine 2022. Il dato è che comunque continua a viaggiare sulle due cifre (+11,6% a dicembre).

Perché la crescita potrebbe rallentare

La crescita dunque potrebbe rallentare anche in Italia. E lo scenario Istat di dicembre? Il Pil italiano è cresciuto nel 2022 (+3,9%) ma rallenterà nel 2023 e non di poco (+0,4%). E l’industria italiana? I dati sono poco confortanti: produzione in calo anche se su un range minore dei mesi scorsi ma marcata sull’annuale. Istat dice che a novembre la flessione maggiore ha riguardato l’energia (-4,5% sul mese e -16,2% sull’anno). Poi i beni di consumo (-0,4% mensile e -2,6% annuo). Perché si parla di recessione?

I “pessimi segnali” che vede Codacons

L’Unione nazionale consumatori è chiara: “Solo se decollano le imprese possono tornare a produrre a pieno regime, altrimenti non avranno ordinativi. E l’economia rallenterà ancora”. Parla di “pessimo segnale” anche il Codacons: inflazione e caro-bollette sono “una seria minaccia per il Paese, affossando gli indicatori economici”.