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Ucraina, l'allarme Coldiretti sul grano: "Scorte esaurite entro 2 mesi"

Grano

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha lanciato l'allarme. A causa della crisi in Ucraina, le scorte di grano potrebbero esaurire entro Pasqua.

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha lanciato l’allarme. A causa della crisi in Ucraina, le scorte di grano potrebbero esaurire entro Pasqua.

Ucraina, l’allarme Coldiretti sul grano: “Scorte esaurite entro 2 mesi”

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha lanciato l’allarme. La crisi in Ucraina continua ad aggravarsi, con gravi conseguenze sul prezzo del grano e del mais. Una crisi che rischia di far esaurire le scorte entro Pasqua. “Prima di tutto esprimo la mia solidarietà al popolo Ucraino che sta vivendo momenti drammatici. Sono certo che pane e pasta non mancheranno agli italiani anche se costeranno di più” ha dichiarato, spiegando che le scorte potrebbero esaurirsi nel giro di due mesi. “Rischiamo di dover affrontare una crisi ben più grave se non si aiuta la nostra agricoltura a sopravvivere in una situazione in cui in quasi tutti i settori i costi sono superiori ai ricavi con il 30% delle imprese agricole, dal lattiero caseario alla carne, dall’olio al vino, dal grano all’ortofrutta fino ai fiori, che sta programmando di ridurre le produzioni” ha aggiunto Prandini.

Italia, quanto dipende dall’estero?

Dall’Ucraina arriva il 20% delle importazioni italiane di mais destinato agli allevamenti e il 5% del grano per la panificazione. “L’impatto non è solo diretto ma anche indiretto perché si tratta di prodotti che hanno un mercato globale con i rincari che hanno interessato anche le importazioni da altri Paesi. Un pericolo per il nostro Paese che importa ben il 53% del mais di cui ha bisogno e il 64% del grano per la produzione di pane e biscotti” ha spiegato Prandini. L’Italia è costretta a subire le incertezze dei mercati mondiali perché molte industrie agricole invece di garantire gli approviggionamenti con prodotti nazionali hanno preferito acquistare sul mercato internazionale per le basse quotazioni. “Ora bisogna invertire la tendenza ed investire sui contratti di filiera di lungo periodo tra agricoltori ed industrie per potenziare la produzione nazionale e ridurre la dipendenza dall’estero e dalle speculazioni in atto sui mercati mondiali” ha sottolineato il presidente di Coldiretti.

L’Italia paga gli errori del passato

In una sola settimana i prezzi del mais di Chicago sono saliti di qualche punto percentuale, mentre quelli del grano sono aumentati del 6,9% per le tensioni in atto. Coldiretti spiega che l’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta del 10%. Un chilo di grano che viene pagato 31 centesimi serve a produrre un chilo di pane che viene venduto a prezzi dai 3 ai 4 euro. Il problema è il costo dell’energia, che ha colpito tutte le attività, dal gasolio per il trattore, al riscaldamento delle serre, fino al prezzo dei concimi, aumentato del 170%. L’Italia sta pagando gli errori del passato perché per lungo tempo si è pensato di fare a meno dell’agricoltura con i prodotti della terra sottopagati che hanno costretto ad abbandonare le produzioni. In dieci anni l’Italia ha detto addio ad un campo di grano su cinque e quasi un terzo la produzione nazionale di mais. Un errore imperdonabile che possiamo e dobbiamo recuperare” ha spiegato Prandini. Coldiretti chiede interventi immediati, partendo dallo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma anche incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole con la garanzia del 100% pubblica e gratuita di Ismea e fermare le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un decreto.