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Ucraina, Maria Semykoz: “Mio padre non voleva lasciare il suo orto: è stato ucciso dai russi”

Maria Semykoz

L’imprenditrice Maria Semykoz ha raccontato il modo in cui suo padre Mikola è stato ucciso dai russi dopo aver rifiutato di lasciare il suo orto.

L’imprenditrice Maria Semykoz ha raccontato all’AGI come suo padre Mikola sia stato assassinato dalle forze russe all’età di 78 anni. La donna, tuttavia, ha anche voluto trasmettere un messaggio “di libertà e dignità” al mondo.

Ucraina, Maria Semykoz: “Mio padre non voleva lasciare il suo orto: è stato ucciso dai russi”

All’AGI, l’imprenditrice di 33 anni Maria Semykoz ha voluto raccontare il modo in cui le forze armate russe hanno ucciso suo padre Mikola, 78 anni. A questo proposito, la donna ha dichiarato: “Mio padre non voleva lasciare la sua casa, quando glielo abbiamo proposto si è rifiutato di farlo. Amava il suo giardino e voleva prendersi cura dei suoi pomodori e vederli maturare. Mi ripeteva che non avrebbe permesso a Putin di portargli via questo desiderio”.

L’imprenditrice, poi, ha continuato, affermando: “Papà è stato ucciso l’8 marzo a Severodonetsk mentre attraversava una strada della città in cui ha vissuto per 50 anni. La zona in cui vivevano i miei genitori non aveva elettricità da quando è iniziata la guerra con la Russia. Le batterie dei loro telefoni erano esaurite, non potevano comunicare con noi e con nessun altro. Allora mio padre ha deciso di uscire a cercare un posto dove caricare il telefono – e ha aggiunto –. Erano iniziati i bombardamenti dell’artiglieria russa e lui è stato colpito da un frammento alla testa”.

Per due giorni, la 33enne ha cercato il padre insieme a sua madre, senza risultati: “Non avevamo idea di cosa gli fosse successo. Potevamo cercarlo solo noi perché, a causa degli intensi bombardamenti, le missioni di soccorso erano sospese. Ho postato su tutti i social media la notizia della sua scomparsa, in tanti hanno cercato di aiutarmi a trovarlo. Dopo due giorni, mi è arrivato un messaggio in cui mi veniva comunicato che il suo corpo era nell’obitorio locale. Non abbiamo potuto seppellirlo in modo adeguato, come tutti è finito in una fossa comune”.

Il messaggio di libertà e dignità di Maria Semykoz

Il motivo per il quale l’imprenditrice Maria Semykoz ha voluto raccontare la storia di suo padre Mikola non riguarda soltanto la volontà di fornire una dolorosa testimonianza sulla guerra ma anche la speranza di trasmettere al mondo un messaggio di “libertà e dignità”.

A proposito del padre, la 33enne ha rivelato: “Era un ingegnere e lavorava molto duramente, non prendeva mai un giorno libero. Per lui era importante dare a noi bambini una buona educazione. Ha sempre dato la priorità agli investimenti in libri, corsi, viaggi di istruzione rispetto a qualsiasi cosa materiale. Mi ha permesso di ottenere un’istruzione di alta qualità, diventare una cittadina del mondo, crescere e trasformarmi in un’imprenditrice di successo. La sua passione erano la natura e il giardinaggio. Trascorreva molto tempo nella sua piccola fattoria. Dava da mangiare a cani e gatti randagi, ossa e avanzi di carne li metteva in un congelatore per i suoi amici a quattro zampe. Nel rifiuto a lasciare la sua città quando è scoppiata la guerra, c’era il suo amore per l’Ucraina di cui da sempre sosteneva l’indipendenza. È stato un esempio di dignità, onestà, duro lavoro, lealtà, amicizia e ottimismo. Un uomo molto buono, semplice, ma forte”.

Mikola: un modello di resistenza ucraina

Maria Semykoz, infine, nel dipingere suo padre come un modello di resistenza ha anche sottolineato il valore dell’insegnamento lasciato dall’uomo.

L’imprenditrice, che ha fondato una startup di successo per la cura della pelle, ha ribadito come il padre Mikola abbia dimostrato “che vale la pena lottare per la libertà e la dignità umana. È più importante dei guadagni economici o politici a breve termine. La mia richiesta alla Nato e ai governi del mondo è che si impegnino per i diritti umani facendo tutto il possibile per aiutare gli ucraini a difendere il Paese e a sconfiggere il regime. Ho promesso a mio padre che andremo coi suoi nipotini a raccogliere le mele e le albicocche quando cresceranno liberamente”.