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Proteste contro Soumahoro a Montecitorio: le voci della maggioranza

Soumahoro Aboubakar

Al termine di un intervento in Aula di Aboubakar Soumahoro, la maggioranza ha tuonato tra proteste e ululati (razzisti?) contro il deputato ivoriano: all'accusa di razzismo risponde quella di strumentalizzazione

Montecitorio: tra razzismo e strumentalizzazione. Al termine di un intervento di Aboubakar Soumahoro durante la seduta pomeridiana di mercoledì 28 giugno, i banchi della maggioranza hanno tuonato tra proteste e ululati (razzisti?) contro il deputato ivoriano del gruppo Misto.

L’accusa di Soumahoro

Tra coloro che per primi hanno colto la radice razzista delle parole del centrodestra c’è il deputato di Italia Viva Davide Faraone – accordato dal collega Roberto Giachetti –, che ha chiesto personalmente l’intervento della presidenza. Non ha comunque tardato ad arrivare il commento di risposta da parte del diretto interessato: «Siamo nel luogo più alto che rappresenta la democrazia. Non si può scimmiottare in quest’aula. Non si può continuare a vedere ciò che avviene con tanto dispiacere in certe circostanze negli stadi, all’indirizzo di chi viene stigmatizzato in quanto diverso per il colore della pelle. Sentire in quest’aula le stesse urla, gli stessi atteggiamenti, non è una violenza alla mia persone, ma alla carta costituzionale».

La risposta della maggioranza

All’accusa di razzismo, la maggioranza risponde con quella di strumentalizzazione. Ecco alcune delle voci di risposta al supposto moralismo di Aboubakar Soumahoro. «Si facciano i rilievi senza che, ogni qual volta si parli dell’onorevole Soumahoro, ci sia un processo sommario da portare in quest’aula: mi sembra ormai di vivere il festival del vittimismo» ha espresso Edoardo Ziello della Lega. Da Fratelli d’Italia Sara Kelany chiede invece «provvedimenti nei confronti di chi ha sollevato accuse di razzismo, che sono migliaia di anni lontane dal nostro modo di pensare la vita». Deborah Bergamini di Forza Italia ha concluso: «Se ci sono state contestazioni, non è stato di certo per il colore della pelle. Finiamola con queste strumentalizzazioni».