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Un nuovo sciopero nazionale dei mezzi pubblici all’orizzonte dopo quello del 14 gennaio: il 25 febbraio l’Italia si fermerà per 24 ore dopo la proclamazione da parte dei sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferrotranvieri.
Dopo quello del 14 gennaio ancora uno sciopero nazionale dei mezzi pubblici
Tutto fermo o quasi dunque per la giornata di martedì 25 febbraio, con i trasporti pubblici a rischio sia per la manifestazione legata ai diritti dei lavoratori che per le numerose, presumibili a contare la data, quarantene covid del personale che potrebbero incrementare ancor più i disagi. In particolare nelle grandi città sono a rischio bus e metropolitane.
Cosa chiedono le sigle che hanno proclamato lo sciopero nazionale dei mezzi pubblici
Ma cosa chiedono le sigle che hanno proclamato lo sciopero? La protesta è per “il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità Tpl) e per il miglioramento delle condizioni lavorative, sia normative che salariali”. E ancora, secondo una nota ufficiale: “Dopo il precedente sciopero dello scorso 14 gennaio le aziende del settore, rappresentate dalle associazioni datoriali Asstra, Agens e Anav non hanno nemmeno dimostrato la buona volontà di procedere ad una convocazione per individuare un percorso concreto e risolutivo”.
Sciopero nazionale dei mezzi pubblici: “Troppi rinvii per definire il rinnovo del Ccnl”
Si tratterebbe di un “segno evidente della volontà di rinviare quanto più possibile la soluzione della controversia e il confronto per il rinnovo del Ccnl”. Pertanto “alla luce di questa situazione di stallo ed in considerazione delle ingenti risorse pubbliche già stanziate per il settore è necessario che le Istituzioni interessate, a cominciare dal Ministero dei Trasporti e della Mobilità Sostenibili, intervengano, anche al fine di vincolare una parte delle stesse risorse al rinnovo del ccnl, diritto non più rinviabile per tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore”.