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Un uomo è morto a Brescia, potrebbe trattarsi di legionella

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Il 68enne morto a Brescia potrebbe essere vittima della legionella. Si attendono i risultati delle analisi.

L’uomo era stato inizialmente ricoverato all’ospedale di Brescia. Con il peggiorare del quadro clinico era stato poi trasferito a Gavardo dove è deceduto il 13 settembre. L’ipotesi è di polmonite da legionella. Se le analisi dovessero confermare il sospetto, si tratterebbe del secondo caso nella zona.

L’uomo potrebbe essere la seconda vittima

Si attendono gli esiti delle analisi per capire se la morte del 68enne bresciano deceduto a Gavardo sia dovuta a polmonite da legionella. Se l’ipotesi sarà confermata si tratterà del secondo caso in pochi giorni. Il primo è stato infatti registrato il 7 settembre scorso. Si tratta di una donna di 69 anni residente nella provincia di Brescia. Il caso aveva suscitato non poche polemiche da parte della famiglia della donna che aveva contestato la mancanza di tatto sulla vicenda da parte delle autorità sanitarie. Altri due morti erano state dichiarate sospette, ma le analisi hanno escluso legami con il batterio.

Che cos’è la legionella

Si tratta di un batterio che si annida negli ambienti umidi, in particolare negli impianti di condizionamento e in quelli di distribuzione dell’acqua potabile. La malattia, che colpisce le vie respiratorie, può presentarsi secondo due modalità: come forma febbrile (molto simile all’influenza) o come polmonite. Quest’ultima sembra aver colpito la zona del bresciano. La trasmissione avviene per via aerea e le fasce d’età maggiormente colpite sembrano essere gli anziani. Diverse le misure adottate per prevenire la contaminazione, tutte accuratamente spiegate all’interno del decalogo di comportamento distribuito a tutti i comuni interessati dalla probabile epidemia. Tra le indicazioni fornite alla cittadinanza non compare il divieto di utilizzo dell’acqua potabile che può dunque essere bevuta e usata per cucinare. Viene invece consigliato di sostituire i filtri di docce e rubinetti.

I casi sembrano essere in diminuzione

L’epidemia ha fatto ammalare 250 persone solo nel bresciano. Sono però rassicuranti le parole dell’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, il quale spiega che negli ultimi giorni i casi sono in netta diminuzione: “l’andamento dei casi di polmonite era crescente fino al 7 settembre, ma attualmente è il numero dei pazienti positivi è in costante calo”. Stanno inoltre arrivando anche i risultati delle analisi eseguite sui pazienti ricoverati nei giorni scorsi e poi dimessi. Sono state disposte le analisi ambientali sulle acque potabili. Ai pazienti ricoverati è stato sottoposto un questionario sulle abitudini di vita nelle due settimane precedenti alla manifestazione dei sintomi.