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Vaiolo delle scimmie, Bassetti raccomanda comportamenti responsabili e vaccino ai gay

Bassetti

Negli ultimi tempi il virologo Matteo Bassetti è finito nell'occhio del ciclone per alcune dichiarazioni sul vaccino ai gay per il vaiolo delle scimmie

La polemica attorno alla figura di Matteo Bassetti per le dichiarazioni dell’infettivologo sul vaccino ai gay per il vaiolo delle scimmie non si è ancora placata. Bassetti, nei mesi scorsi si era dovuto scusare per alcune dichiarazioni infelici.

Vaiolo delle scimmie, Bassetti e la polemica sul vaccino ai gay

L’infettivologo aveva approfittato di un’intervista a ‘Fanpage.it’ per scusarsi per quelle dichiarazioni sulla comunità gay, spiegando meglio i concetti che in realtà voleva esprimere: Io ho semplicemente riferito quelli che erano i dati che venivano dalla Spagna e dal Portogallo, e cioè che una parte dei contagiati fossero omosessuali. Con questo nessuno vuole assolutamente porre uno stigma nei confronti di nessuno. Se ho offeso, chiedo scusa a chi eventualmente si è sentito tirato in ballo.”

La necessità del vaccino contro il vaiolo delle scimmie

Bassetti, però, è tornato nuovamente a parlare del vaccino contro il vaiolo delle scimmie, facendo nuovamente riferimento agli omosessuali: “Mai, nella storia moderna, il nome di una malattia infettiva è stato più sbagliato e fuorviante che non chiamare così il vaiolo delle scimmie. Molta gente ignorante infatti pensa si tratti di una malattia che la scimmia ha trasmesso all’uomo. È una malattia infettiva a trasmissione interumana dove gli animali non c’entrano assolutamente nulla. Monkey pox è tutt’altro che una malattia banale. Si sono visti già i primi decessi fuori dell’Africa e le lesioni che provoca sono spesso invalidanti, quando colpiscono i le zone intime. In oltre il 95% dei casi sono stati colpiti giovani maschi tra i 20 e i 40 anni che si sono contagiati per via sessuale, prioritariamente omo e bi-sessuale. Occorre agire subito all’interno delle comunità gay per raccomandare sia comportamenti responsabili che la vaccinazione. Non è più il caso di continuare con atteggiamenti ideologici e di censura.”