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Dove va la Spd tedesca? Con nuova leadership si smarca da governo

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Roma, 10 dic. (askanews) - Sarebbe stato il malcontento a spingere gli iscritti alla Spd il 30 novembre a scegliere i due nuovi presidenti del partito, Norbert Walter Borjans e Saskia Esken, praticamente due semi-sconosciuti che hanno battuto un pezzo da novanta come il ministro delle Finanze e vi...

Roma, 10 dic. (askanews) – Sarebbe stato il malcontento a spingere gli iscritti alla Spd il 30 novembre a scegliere i due nuovi presidenti del partito, Norbert Walter Borjans e Saskia Esken, praticamente due semi-sconosciuti che hanno battuto un pezzo da novanta come il ministro delle Finanze e vice-cancelliere Olaf Scholz (e la sua compagna di tandem Klara Geywitz). Il politologo e consigliere scientifico della Friedrich Ebert Stiftung (Fes) a Roma, Michael Braun, a margine di un incontro con la stampa ha spiegato:

“Nella Spd si è accumulato un grande scontento, se vogliamo anche in chiave anti-establishment, c’era il malcontento verso la Grosse Koalition, la coalizione con i democristiani, ma c’era anche lo scontento con una leadership del partito che non sembrava in grado di risolvere la forte crisi del partito”.

Per la prima volta nel partito che fu di Willy Brandt, viene eletto un doppio leader, un duo formato da un uomo e una donna:

“Poi è tutto da vedere se funziona, un po’ si è copiato i Verdi che in questo momento hanno un tandem che funziona molto bene, ma non è scontato”.

E se inizialmente Walter-Borjans ed Esken minacciavano una rottura e chiedevano trattative per modificare l’accordo di Grosse Koalition che vede la Spd al governo con l’Unione cristiano democratica (Cdu) di Angela Merkel, i toni nel frattempo si sono fatti più pacati. I tempi per andare alle urne non sono ancora maturi per i “rossi”:

“La minaccia è che la Spd voglia veder realizzata alcune sue condizioni, non ha formulato ultimatum, la Spd ha capito che ha solo da perdere se si va a una rottura immediata, traumatica, però vuole allo stesso tempo creare un profilo più marcato del partito nel governo”.

Quali somiglianze o differenze, infine, tra la Spd e il Partito democratico, che in caso di malpancisti, si è visto, ha optato per una scissione?

“Oggi sono partiti della stessa famiglia politica in Europa, ma sociologicamente a me colpisce molto che il Pd italiano somigli più ai Verdi tedeschi che alla Spd tedesca. Hanno un punto in comune ed è un po’ un tallone d’Achille, sono tutti e due partiti dell’elettorato anziano, buoni risultati tra i pensionati, ma meno buoni tra i ragazzi”.