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Il nuotatore Fabio Scozzoli appende gli occhiali al chiodo

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Pisa, 19 mag. (askanews) - Il campione di nuoto Fabio Scozzoli ha appeso al chiodo i propri occhiali da vista. Grazie ai progressi negli interventi sui difetti visivi con la tecnica mini invasiva SMILE, acronimo di Small Incision Lenticule Extraction, è stato possibile per lui dire addio a lenti ...

Pisa, 19 mag. (askanews) – Il campione di nuoto Fabio Scozzoli ha appeso al chiodo i propri occhiali da vista. Grazie ai progressi negli interventi sui difetti visivi con la tecnica mini invasiva SMILE, acronimo di Small Incision Lenticule Extraction, è stato possibile per lui dire addio a lenti a contatto e occhiali da vista.

“Finalmente. Questo è stato il lato positivo di questa quarantena per me. Ho le gare molto lontane e sono riuscito a trovare un piccolo spazio di tempo per potermi operare e per stare fermo un paio di giorni. E’ una operazione che dura 27-28 secondi per ogni occhio. E’ veramente un niente”, ha spiegato Scozzoli.

Ad eseguire l’intervento presso la casa di Cura San Rossore di Pisa il dottor Marco Fantozzi, oculista e tutor di Ultralaser che opera presso Ipervision Studio: “E’ un intervento molto utile per gli sportivi perché permette un rapido ritorno all’attività sportiva. Il nostro Fabio rapidamente può tornare in piscina a praticare la sua attività”, ha sottolineato Fantozzi.

Nel mondo sono stati effettuati oltre due milioni di interventi con la Smile, l’ultima arrivata fra le tecniche refrattive che prevedono il taglio della cornea per il trattamento della miopia e dell’astigmatismo. “Smile è invece una innovazione ulteriore in cui il laser con estrema precisione crea un lenticolo di cornea senza tagliarne la superficie. Questo lenticolo viene estratto dal chirurgo attraverso un micro taglio di 2 millimetri lasciando la cornea più intatta rispetto alle altre tecniche”.

Smile abbina procedure robotizzate alla manualità del chirurgo. Non ci sono particolari problemi di tollerabilità, per l’assenza di dolore e per i tempi di recupero decisamente contenuti. Ciò va a tutto vantaggio della sicurezza, perché si riduce al minimo il rischio di eventi avversi.

“Non esiste intervento senza rischi, ma sono molto limitati – ha affermato Fantozzi – il rischio più comune, intorno al 2 per cento, è la non completa risoluzione della miopia. Può rimanere un piccolo residuo, una cosa comune in tutti gli altri interventi di chirurgia refrattiva, che si risolve anche dopo sei mesi con un potenziamento dell’intervento stesso”.