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West Nile virus, casi in aumento: tre morti nell’ultima settimana

West Nile Virus

Nell'ultima settimana i contagi e i decessi dovuti al West Nile virus sono stati in aumento. Ecco le zone più a rischio e le indicazioni.

I contagi e i decessi dovuti al West Nile virus sono aumentati nell’ultima settimana. Ci sono alcune zone maggiormente a rischio e il Ministero della Salute ha rilasciato alcune indicazioni.

West Nile virus, casi in aumento: tre morti nell’ultima settimana

I numeri del West Nile virus in Italia continuano ad aumentare e iniziano a diventare allarmanti. Negli ultimi sette giorni si è registrato un significativo aumento dei contagi e anche dei decessi. Dall’inizio di giugno fino al 9 agosto, i contagi sono passati da 94 a 144, ovvero 50 in più rispetto ad una settimana fa. Questi sono i dati della Sorveglianza su West Nile e Usutu virus ottenuti dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che parlano di un aumento del 53% dei contagi in soli 7 giorni. Anche il numero dei decessi è aumentato. Ci sono stati 10 morti in 2 mesi, di cui 3 nell’ultima settimana. A livello regionale i decessi sono 6 in Veneto, 2 in Piemonte, 1 in Lombardia e 1 in Emilia-Romagna. Tra i 144 casi, 87 hanno manifestato sintomi neuro-invasivi, 33 febbre, 23 casi sono stati identificati in donatori di sangue. Confermata la presenza del virus negli animali. Sono risultati positivi al virus 121 pool di zanzare catturate in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia. Identificati anche 41 uccelli positivi. 

West Nile virus: cos’è e cosa bisogna fare

La febbre West Nile è una malattia provocata dal virus West Nile, della famiglia dei Flaviviridae, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda. Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. I serbatoi del virus sono uccelli e zanzare. Altri mezzi di infezione sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e trasmissione madre-feto in gravidanza. Non si trasmette da persona e persona con il semplice contatto. Il virus infetta anche gli animali, come equini, cani, gatti e conigli. Il periodo di incubazione va dai 2 ai 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficita a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra sintomi, o presenta sintomi leggeri, come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Negli anziani e nei fragili i sintomi possono essere più gravi, ma si presentano in meno dell’1% delle persone infette, con febbre alta, forti mal di testa, debolezza, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, paralisi e coma. Nei casi più gravi può causare un’encefalite letale. 

Al momento non esiste un vaccino, per cui la prevenzione consiste nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Bisogna usare repellenti, indossare pantaloni lunghi e maniche lunghe all’aperto, mettere le zanzariere alle finestre, svuotare i vasi di fiori frequentemente, cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali e tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non vengono usate.