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Zelensky: "Se la guerra continua moriranno più soldati che in Cecenia e Afghanistan"

Volodymyr Zelensky

Zelensky ritiene che la guerra possa causare più morti tra i soldati rispetto a quelle in Cecenia e Afghanistan: la sua priorità è fermare il conflitto.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a rivolgersi alle madri dei russi e rivolto nuovamente un appello ai soldati affinché depongano le armi. Ha poi paragonato l’assedio di Mariupol a quello di Leningrado e aggiornato sull’andamento dei negoziati con l’avversario.

Zelensky sulla guerra in Ucraina

In un nuovo video pubblicato sui social network, ha affermato che “se la guerra contro il nostro popolo continua, le madri russe perderanno più figli che nelle guerre afgana e cecena messe insieme“. Di qui l’appello agli appartenenti alle forze armate, soprattutto ai coscritti “che sono stati gettati nel calderone di questa guerra in un altro“, affinché depongano le armi e scelgano la pace e la sopravvivenza.

Si è dunque rivolto ai cittadini russi chiedendo loro in cosa l’assedio di Mariupol, teatro di bombardamenti da giorni tra cui l’ultimo ad un teatro usato come rifugio da centinaia di persone, sia diverso da quello di Leningrado durante la seconda guerra mondiale. “Stiamo portando via i residenti di Mariupol che sono riusciti a fuggire a Berdyansk e li stiamo portando a Zaporizhia“, ha dichiarato spiegando che in un giorno sono stati trasportati oltre 6 mila residenti tra cui 2 mila bambini.

Zelensky sui negoziati

Zelensky si è infine espresso sulle trattative in corso con la Russia evidenziando come le sua priorità siano: fine della guerra, garanzie di sicurezza, sovranità, ripristino dell’integrità territoriale, garanzie e protezione reali per l’Ucraina. “Stiamo già lavorando a programmi per ricostruire il nostro paese dopo la guerra e prometto a tutti, ad ogni ucraino che ha perso la casa a causa di ostilità o bombardamenti, che lo Stato ripristinerà tutto“, ha aggiunto dicendosi fiducioso di una ricostruzione storica” di tutto ciò che è andato perduto.