> > Attacco chimico in Siria, risoluzione Onu basata su dati falsi, secondo Mosca

Attacco chimico in Siria, risoluzione Onu basata su dati falsi, secondo Mosca

siria attacco chimico idlab

La risoluzione Onu sull'attacco chimico in Siria impone a Bashar al Assad di fornire la massima collaborazione nell'inchiesta. Tutto falso, secondo Mosca.

Si è aggravato il bilancio delle vittime dell’attacco dello scorso martedì nella provincia di Idlib in Siria. Il conteggio aggiornato è di 86 morti, di cui 30 minori e 20 donne. A riferirlo è stato l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. Non si esclude che il numero possa aumentare ancora, potrebbero esserci “oltre 100 morti”, come ha riferito il dottor Ahmad Dbays, il medico siriano intervenuto nei soccorsi e fra i primi a diffondere un elenco di 74 persone decedute.

La bozza di risoluzione Onu sull’attacco chimico in Siria

La comunità internazionale ha reagito all’attacco convocando un vertice Onu nel corso del quale sono stati gli Stati Uniti a presentare una bozza di risoluzione in cui si chiede esplicitamente all’ex presidente siriano Bashar al Assad di fornire la massima collaborazione nell’ambito dell’inchiesta per scoprire i responsabili dell’attacco di martedì. Sembra ormai certo che il raid aereo sia stato condotto utilizzando gas sarin. Lo ha ribadito, fra gli altri, anche il ministro della Salute della Turchia Recepì Akdag, il quale ha riferito di essere in possesso delle “prime analisi” che confermerebbero essersi trattato di “un attacco chimico”. Akdag ha poi confermato di avere fornito alle Nazioni Unite i dati da lui citati.

“Se le informazioni arrivate sull’attacco in Siria saranno confermate”, ha dichiarato l’Alto Rappresentante Onu per il Disarmo Kim Won Soo, “si tratta del peggior attacco dal 2013“. Secondo la Russia, però, il rapporto presentato alle Nazioni Unite sarebbe basato pressoché per intero su dati falsi. “Gli Usa”, ha affermato un portavoce del Cremlino, “hanno presentato una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu basata su dei rapporti falsi”. E se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, da un lato, ha definito “orribile, incedibile” l’attacco in Siria, da Mosca, seppure condannando “l’uso di armi chimiche in ogni circostanza”, si sono detti convinti che non ci sia “un particolare bisogno di adottare una risoluzione”.

Le posizioni contrapposte di Usa e Russia

Gli “autori” dell’attacco chimico nella provincia di Idlab “devono essere ritenuti responsabili”, ha ricordato il rappresentante russo all’Onu, rimarcando il fatto che la comunità internazionale abbia già individuato in Bashar al Assad il responsabile. “La campagna anti Damasco”, ha proseguito, “deve essere cestinata nella discarica della storia”, perché “ogni volta che ci sono progressi nei colloqui politici sulla Siria, avvengono strani incidenti“.

Chiara invece la posizione degli Stati Uniti. L’ambasciatrice americana Nikki Haley, durante il Consiglio di Sicurezza, ha dichiarato che se “l’Onu non riesce a portare avanti il suo dovere di agire collettivamente”, “noi potremmo” farlo, alludendo ad un intervento diretto degli Usa a seguito dell’attacco di martedì. Per ora, la bozza di risoluzione (elaborata, oltre che dagli Usa, anche da Gran Bretagna e Francia), imporrebbe all’ex presidente Bashar al Assad di “cooperare pienamente con il meccanismo di inchiesta e con Onu e Opac” fornendo “i dati dei voli militari del giorno dell’attacco, i nomi degli individui al comando di squadre ed elicotteri, e accesso alle basi aeree da cui si crede siano state lanciate le armi chimiche”.