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Camorra, blitz della polizia: numerosi arresti dopo una faida

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Blitz contro la camorra. La squadra mobile di Napoli ha eseguito alcuni provvedimenti di custodia cautelare in carcere nei confronti di alcune persone accusate di omicidio e tentato omicidio. I fatti contestati sono avvenuti nel 2014 nell'ambito della guerra di camorra scoppiata nell'area a Nord di ...

Blitz contro la camorra. La squadra mobile di Napoli ha eseguito alcuni provvedimenti di custodia cautelare in carcere nei confronti di alcune persone accusate di omicidio e tentato omicidio. I fatti contestati sono avvenuti nel 2014 nell’ambito della guerra di camorra scoppiata nell’area a Nord di Napoli tra alcune organizzazioni malavitose del luogo. I provvedimenti sono stati emessi su richiesta della Dda.

La guerra

La guerra di camorra, era stata causata da alcuni “secessionisti” guidati da Mario Riccio detto “Mariano”. Nel 2016 sotto i colpi di due pistole calibro nove cadono zio e nipote: si chiamavano entrambi Carlo Nappello, ed avevano rispettivamente 44 e 22 anni.

L’agguato si era consumato in vico Vincenzo Valente, un vicolo lungo e stretto che sfocia direttamente sulla trafficata via Miano; un luogo ideale per compiere un’azione di sangue perché non offre vie di fuga alle vittime. I due Nappello cadono sotto il fuoco incrociato dei killer. Almeno venti i bossoli ritrovati sul terreno.

Da una traversa laterale spuntano due ciclomotori che seguono a breve distanza l’Honda Sh, mentre dal lato opposto incrociano altri due scooter. Il raid è pianificato nei dettagli e assume quasi i contorni di un’azione militare. Quando sono a tiro, i sicari estraggono le armi e le scaricano sui bersagli. Colpi micidiali, alla testa, al petto e alle spalle: segno che non era consentito sbagliare, e che i due Nappello dovevano morire.

L’arresto di Riccio

Nel 2014 invece, la faida che era scoppiata aveva poi portato all’arresto di Mariano Riccio, giovane esponente di spicco della camorra.

Riccio era stato catturato all’alba del 4 febbraio dagli agenti della Mobile partenopea e dello Sco in una villetta a Qualiano, dove s’era rifugiato con la compagna e la figlioletta. Lo avevano tradito le intercettazioni telefoniche e ambientali del circolo malavitoso in cui è nato e cresciuto, e la necessità di coordinare l’attività di spaccio in prima persona perché, ormai, arresti e condanne avevano di fatto azzerato il suo agguerrito gruppo.

Da “sentinella” in una piazza di droga, Riccio era diventato il capo del mercato della cocaina e dell’hashish nella provincia nord di Napoli: la fulminante ascesa nei ranghi della camorra per il 24enne – proclamato comandante della neocamorra di Scampia- stava tutta nel matrimonio con la figlia del boss Cesare Pagano, «malacarne» di Secondigliano.

Riccio era l’ultimo dei ricercati tra i baby-boss per i quali, nell’ottobre 2012, carabinieri e polizia diffusero foto e identikit per agevolare le segnalazioni da parte dei cittadini. Prima di lui, erano caduti nella rete Mariano Abete (21 anni), Rosario Guarino (29) e Antonio Mennetta (27).