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Londra vieta a Uber di circolare: "Non è sicura"

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Periodo nero per Uber, soprattutto se siete a Londra. Abbastanza inaspettatamente, infatti, la Capitale che da sempre è stata vista come innovativa e accogliente, continua a perseguire sempre di più una deriva conservatrice. È successo, quindi, che Transport for London, l'autorità dei traspor...

Periodo nero per Uber, soprattutto se siete a Londra. Abbastanza inaspettatamente, infatti, la Capitale che da sempre è stata vista come innovativa e accogliente, continua a perseguire sempre di più una deriva conservatrice.

È successo, quindi, che Transport for London, l’autorità dei trasporti della capitale, guidata dal sindaco laburista Sadiq Khan, ha ritirato ieri la licenza a Uber, il servizio di trasporto privato che opera attraverso una App.

La motivazione? “L’approccio e il comportamento di Uber dimostrano una mancanza di responsabilità aziendale in relazione a una serie di temi che hanno implicazioni di sicurezza pubblica.”.

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Sotto accusa, dunque, i processi di selezione, considerati non abbastanza accurati, dei 40mila autisti che per la società californiana operano nella Greater London. Dubbi anche sull’uso di Greyball, il software elaborato da Uber che consente, se lo si vuole, di bloccare le verifiche delle autorità.

Lo stop ha dunque, almeno a prima vista, motivazioni molto concrete, legate all’organizzazione di Uber. Per di più, in tempi di attacchi terroristici, ogni riferimento alle esigenze di sicurezza va preso terribilmente sul serio.

Il ritorno dei vecchi Black Cab

Non è affatto un caso, però, che le prime trionfali reazioni alla decisioni del sindaco Sadiq Khan, siano arrivate dai rappresentanti dei vecchi Black Cab, i taxi londinesi, che si vedono finalmente liberati dall’incubo della concorrenza.

Erano loro ad aver subito i danni maggiori con l’avvento di Uber. E anche se la situazione non cambierà immediatamente perchè, come era prevedibile che accadesse, Uber ha fatto ricorso contro la decisione di ieri e in attesa dell’appello potrà continuare a offrire il suo servizio, aspettano con ansia una decisione definitiva a loro favore.

Ecco qual è stata la dichiarazione del segretario generale della Licensed Taxi Driver’s Association, che rappresenta i tassisti: “Da quando è arrivata sulle strade britanniche Uber ha violato la legge, sfruttato i suoi autisti e rifiutato di assumere ogni responsabilità per quanto riguarda la sicurezza dei passeggeri. Per la sua immoralità a Londra non c’è posto”.

L’esito del primo round nella lotta per accaparrarsi il mercato del trasporto automobilistico londinese non lascia dunque spazio a dubbi: ad avere la meglio sono state tradizione e vecchie regole. Questo, però, porta a fare alcune considerazioni preoccupanti: il Paese che negli ultimi decenni è stato all’avanguardia nell’apertura dei mercati non si dimostra poi molto diverso da una dirigista Francia o dalla corporativa Germania.

La sostanza, quindi, è che a Londra l’aria è cambiata. A sinistra, il Blair centrista e teorico della terza via è stato sostituito da Geremy Corbyn, ovvero dalla caricatura di un leader operaista Anni Settanta. A destra Theresa May, nonostante un’apparente analogia di modi e aspetto, ha spostato i Conservatori su posizioni che avrebbero fatto inorridire Lady Thatcher.